Occasione ghiotta quella di ascoltare il ricordo di uno dei
geni dell’economia italiana in un periodo storico nel quale pareva che il
nostro Paese potesse alzare la testa, quantomeno in alcuni settori industriali.
Raul Gardini è stato indubbiamente un personaggio di
riferimento. La sua unicità, sia imprenditoriale che carismatica, ne hanno
fatto uno dei grandi uomini d’impresa alla dine del secolo scorso.
Il ricordo di Gianluca Riguzzi, rotariano e grande amico del Club, è quello di una persona che per un paio d’anni, fra il 1985 e il 1987, ha vissuto praticamente al fianco di uno degli uomini più potenti d’Europa.
"Gardini era visionario e carismatico – ha detto Gianluca – perché
la sua lettura di ogni frangente dell’azienda aveva l’impronta innovativa che
solo i grandi uomini d’impresa sanno proporre. Aveva una visione europea e
aveva definito le pietre angolari della sua prospettiva di crescita: ecologia,
sostenibilità salute erano fondamentali per lui e se pensate che, aggiungendo
il digitale, si avrebbe la stella cometa che oggi vola in cielo, beh, capirete
che lui era arrivato 30 anni prima. Quando volle nel CdA persone come Chicco
testa e Rita Lei Montalcini era il segno concreto di quel che dico.
Il carisma gli derivava un po’ dai comportamenti burberi, ma da una enorme voglia di ascoltare la gente, chiunque potesse fargli capire quel che cercava. Trattava alla parti i potenti della terra e l’ultimo dei collaboratori, i suoi ‘fratelli’ agricoltori e gli statisti".
Poi il suicidio.
"Era un giocatore da ‘all in’. Non avrebbe mai sopportato che quanto gli stavano preparando avrebbe avuto una ricaduta sui suoi cari. Andarsene così è stato un modo per caricare su di sé quel che stava arrivando.
C’è stato molto altro, ovviamente, ma è patrimonio di chi ha
ascoltato la serata perché aneddoti e episodi accaduti in quegli anni… meritano
una attenzione diretta.