TUTTO IN UNA SEQUENZA
02 aprile 2013
20:00
Conviviale con signore
Relatori Marco Chiani
0001011101011 0001111000 01110000 1100001 Chi ha assistito alla serata col Prof. Marco Chiani dell’Università di Bologna avrà capito il tentativo di racchiudere in una sequenza di ‘zero’ e ‘uni’ l’informazione che solitamente arriva ai Soci dopo un incontro rotariano.
Quel che sembra un capriccio della tastiera, in realtà è un esempio maldestro di come la scienza sia riuscita a ricondurre ad una sequenza una informazione, quindi un suono, un video, dei dati.
Nella realtà la sequenza è precisa, inequivocabile, leggibile e riconducibile. E tollera anche qualche errore. Nel caso del suono, uno simbolo fuori posto ogni mille ‘bit’ non è sufficiente ad alterare il risultato. La voce che riceviamo la comprendiamo ugualmente. Meno errori sono tollerabili nella sequenza di un video: un errore ogni milione di bit. Se sono di più, l’immagine che guardiamo avrà delle storture, fino ad essere illeggibile dai nostri occhi. Ancor meno errori possiamo tollerarli nella sequenza che riproduce dei dati: un errore ogni milione di miliardi di bit.
Per arrivare a capirlo ci sono voluti decenni di studio, a partire dalle intuizioni di Claude Shannon nella sua teoria dell’informazione. Nel primo teorema di Shannon, egli dimostrò che una sorgente casuale d'informazione non può essere rappresentata con un numero di bit inferiore alla sua entropia, il grado di disordine di quel sistema.
E’ il 1948, il ‘big bang’ di una stagione nuova che grazie a questo decriptatore di messaggi delle truppe tedesche nella seconda guerra mondiale ha il suo inizio.
Secondo la teoria dell’informazione, la codifica della stessa consiste nel trasformare una informazione generica in una informazione comprensibile da un dispositivo, adatta alla successiva elaborazione.
Il problema è rappresentarla. E infatti la definizione esatta è che l'informazione si rappresenta usando un numero finito di simboli affidabili e facilmente distinguibili. E per rendere meno influenti gli errori, la ridondanza è un buon anestetico.
Ciò a qui l’uomo è pervenuto dopo tanto studio e solo negli ultimi 50 anni, la natura è riuscita molto prima.
Da qui il parallelo con il dna, in questo caso più complesso perché invece di una sequenza di ‘zero’ e ‘uni’, ci troviamo di fronte a quattro lettere: ATCG. E queste lettere (detta un po’ semplicisticamente) in sequenza definiscono una persona umana. Qui gli errori generano mutazioni, spesso senza conseguenze, in taluni casi però anche drammatiche.
Sinceramente l’esposizione del Prof. Chiani è stata molto più interessante ed affascinante di questo tentativo di riassunto.
Chiudiamo ricordando alcuni avvisi del Presidente:
C’è tempo fino al 6 aprile per prenotare la gita a Forlì e alla mostra NOVECENTO;
è molto importante compilare e far pervenire al Segretario le adesioni alle giornate del Club Contatto;
Giovedì 11 alle ore 16.00 alla Sala del Giudizio del Museo della città, Inner Wheel ha invoitato il club alla presentazione del libro ‘Giulietta masina Donna e Attrice’.