STRESS? SCRIVI LA RABBIA
23 luglio 2013
20:00
Apericena
Siete stressati? Provate a scrivere la vostra rabbia. Ma non leggete lo scritto al destinatario, e nemmeno rileggete voi quelle parole. Semplicemente direzionate la vostra rabbia laddove non produce danni collaterali. E lo stress un pochino si calmerà.
Roberta Mariotti, psicologa riminese, conoscitrice e dispensatrice dell’arte di combattere i nervosismi e le ansie, ieri sera ha intrattenuto il Club con una relazione di grande interesse.
Già, lo stress. Non una malattia, bensì la reazione automatica del fisico che si adatta ad un fatto esterno. E allora il riposo viene inquinato, ad un dato fatto si vorrebbe non pensarci e invece si entra in un circolo vizioso nel quale non si può fare a meno di pensarci. Come un sistema di allerta fosse perennemente acceso. E di conseguenza una incapacità di fermarsi. Al contrario, la tensione a non mollare un centimetro rispetto a quanto dobbiamo fare. Sempre connessi. Perché anche le pause sono piene di qualcosa, magari di una perlustrazione su Facebook o sulle mail arrivate. E’ lo stress.
Da combattere o da gestire? Da gestire! Senza fare altri danni.
“Scrivere la propria rabbia – ha rivelato la dottoressa Mariotti – è un consiglio quasi infallibile. Direziona lo stress, non produce guai, ma bisogna buttare tutto nel cestino alla fine dello ‘sfogo’. Funziona”.
Altra pista: allenarsi. Se c’è una situazione che ci procura ansia, alleniamoci ad affrontarla, da soli, immaginando le difficoltà da affrontare, provando a risolverle. Quando sarà il momento, sapremo cosa fare e avremo fiducia di riuscirci. Cercare, quindi la flessibilità e fuggire dalle rigidità.
Oppure: frenare per ripartire, fermarsi per accelerare nuovamente, fare un pit stop. Andare veloci è un pregio, ma se la velocità penalizza l’efficacia, non serve a molto. L’insegnamento ci viene dai rito abituali, perché ad una giornata intensa segue una dormita, quindi un rallentamento utile a ripartire.
Facciamo la stessa cosa. “Mi si risponde spesso: ma fatico a cambiare le abitudini… quei due minuti proprio non li ho! Non è vero, le abitudini possono cambiare e se pensi che andare avanti senza porre rimedio è cme andare nella bocca del leone che ti sbrana… allora due minuti vengono fuori nel corso della giornata”.
Non è difficile. Catone diceva: Se ti manca qualcosa, prendilo a prestito da te stesso.