SANI PER SORRIDERE
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La prima parola che viene in mente è: eccellenza. E’ scontato dire che la Clinica Merli rappresenta una eccellenza. Più intrigante è capire cosa c’è dietro, come si raggiunge, con quale impegno e con quali intuizioni si può ambire a questo traguardo.
Monica, Aldo e Mauro ci hanno accolto come a casa loro. L’impatto con la clinica é infatti ben diverso da quello che ci si attende: “Volevamo che non fossero lo stile, gli arredi, i colori, a definire questo spazio come struttura sanitaria. Con questo pensiero ci siamo affidati a Massimo ed Alessandro Mori, che ci hanno guidati fino raggiungere l’obiettivo che volevamo”.
Spazi ampi, quindi, aperti, un affaccio su due giardini, altezze importanti e alcuni interventi ‘irregolari’: una accettazione a forma di barca, quasi a significare l’approdo del cliente nel luogo dell’accoglienza; una scala importante, figlia di un lavoro impegnativo insieme ad artigiani del territorio; i sostegni della scala stessa a significare delle radici. In realtà, quasi tre sculture. Mai sole, perché nella grande hall c’è sempre a far loro compagnia una mostra.
Il progetto degli interni è stato realizzato cinque anni fa, ma è straordinariamente attuale e mantiene una forza d’impatto davvero importante.
E fin qui, dell’attività che si svolge all’interno, quasi non c’è traccia. Bisogna salire i piani superiori, oppure aprire qualche porta al piano terra ed accedere ai reparti, riuniti in quattro aree generali: clinica, amministrazione, pronto soccorso, ricerca ed educazione.
Oggi alla Clinica Merli sono occupate 45 persone, 15 i medici. Alla guida della struttura Monica, Aldo e Mauro Merli, che hanno ereditato da papà Mario la tensione alla conoscenza, la capacità di lavorare insieme, la qualità di saper valorizzare il team per incrementarne l’efficacia.
Ascoltandoli nel racconto del loro lavoro, è facile scorgere quanto sappiano mettere in pratica ciò che ormai è assodato: il progresso è nella condivisione del sapere. E’ cambiato il mondo: il fulcro è l’informazione, non chi la possiede.
E allora, oltre alla quotidianità, ci sono la ricerca, i progetti di prevenzione, la formazione continua.
Nelle parole dei Merli si scorge il valore positivo del lavoro. Quando Mauro ci parla di rapporto fra sanità pubblica e sanità privata, non accentua gli steccati, non accusa i pregiudizi; piuttosto esalta le collaborazioni, ricorda la possibilità di un dialogo. E nel farlo, senza dirlo, accredita la condizione: eccellenza.
Perché se si parla di sanità, forse, la divisione non può essere fra il Pubblico e il Privato, ma fra chi è eccellente e chi non lo è. E per fortuna, si tratta di qualità misurabili.