PICCOLI PASSI PER UN'AFRICA MIGLIORE

08 maggio 2012   00:00  

Una vita, la seconda, dopo quella professionale, spesa per l’Africa, quella di Pier Augusto Berardi. In particolare per L’Etiopia e per risollevarla un po' dalla sua miseria. All’insegna dei piccoli passi, quotidiani, con una determinazione figlia di un amore infinito per il prossimo ed una passione per la vita e per la salvezza di quella altrui.
Pier Augusto Berardi dopo aver lavorato per grandi gruppi industriali e per la Nato in giro per il mondo, oggi opera per GMA, Gruppo Missioni Africa, in un posto che si chiama Shashemene. Parliamo di Etiopia, una nazione con 84,7 milioni di abitanti anche se si tratta di una stima perché contarli è faccenda che nessuno ha mai fatto con precisione; dove l’aspettativa di vita è di 43 anni e dove una persona su dieci non arriva ai dieci. L’Etiopia è una grande altopiano, Addis Abeba è la grande capitale con i suoi palazzi enormi figli di uno sviluppo inutile e contradditorio perché spesso non c’è nemmeno l’acqua per tutti, ma serve a far vedere che chi guida quella nazione lo sta facendo nella direzione dello sviluppo. E invece, basta fare qualche chilometro verso le periferie, è proprio la mancanza di sviluppo a tagliare le gambe ad un popolo al quale manca la bussola per crescere.
Anzi, viene clamorosamente sfruttato. Lo stanno facendo i cinesi che si sono comprati sterminati appezzamenti di altipiani, coltivano il grano pagando quattro spiccioli i contadini per poi esportare il coltivato.
Lo stanno facendo i produttori di rose, che pagano 80 centesimo al giorni i contadini per produrre rose nelle serre che la mattina partono nei camion frigo verso il mondo. Lo fanno anche gli italiani che hanno dato milioni di euro per sostenere l’agricoltura etiope nella coltivazione della canna da zucchero. Peccato che poi lo zucchero parta per l’Italia dove gli agricoltori italiani sono pagati per produrne di meno. Il massimo dello spreco di soldi. 
Insomma, il lavoro di Pier Augusto Berardi è quello di agire ai margini di queste contraddizioni, insegnando alla gente più povera che c’è un modo per irrobustire gambe e braccia e costruire un domani migliore. Come? Imparando a piantare meglio, a distribuire meglio l’acqua, a coltivare in modo più produttivo le piante più nutrienti. E soprattutto ad imparare le cose. La scuola. Già, la scuola. “E’ la cosa che ci interessa di più – ha detto ieri sera – insieme alle case famiglia, alla promozione del micro-credito”. GMA opera da 40 anni all’insegna dei piccoli progetti, dei piccoli passi concreti e delle conquiste giornaliere, valorizzando il ruolo delle donne che in Etiopia possono davvero essere le protagoniste di una nuova stagione di cambiamento.
E’ stata una serata emozionante. La povertà nel mondo non è una novità e nemmeno che nel mondo ci siano persone che con gratuità e tanta generosità si danno da fare per aiutare il prossimo lo sono. Ma il tono e la semplicità, la fermezza e la dignità, la competenza e la professionalità, la disponibilità e l’apertura tutte insieme mostrate nel racconto di Pier Augusto Berardi hanno lasciato il segno.
“Lo dico spesso ai miei figli: quando vedete un cielo plumbeo e carico di nuvole che minacciano pioggia, non siate tristi e non pensate negativo, pensate che è solo un cielo diverso. Racconto questo ai miei figli perché penso ai miei amici in Etiopia che quando piove sono felici, l’acqua è infatti un regalo immenso per loro”. Una frase semplice, con dentro tanti significati anche per noi, troppo inclini ogni giorno alla facile negatività.

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