ONORERO' LA MIA CARA CITTA' DI RIMINI. FIRMATO GARIBALDI

23 novembre 2015   00:00  

Dalle sue 'Cronache Malatestiane' che ogni settimana sono pubblicate da La Voce di Romagna, Gibo Bonizzato torna sulla visita a Rimini di Anita Garibaldi.

 

La notissima pronipote dell’Eroe Nazionale, scrittrice e cultrice appassionata della sua memoria, è intervenuta a una riunione del Rotary Rimini Riviera indetta per celebrare il 156° anniversario  del conferimento a Giuseppe Garibaldi della cittadinanza onoraria riminese.

Fu infatti in data 17 ottobre 1859 che il Consiglio municipale di Rimini (dopo le clamorose vittorie riportate dal Generale con i suoi Cacciatori delle Alpi nella Seconda Guerra d’indipendenza terminata qualche mese prima) deliberò la sua iscrizione al patriziato cittadino. Auliche e commosse  le parole che illustrano il riconoscimento tributato al ‘prode Guerriero’, nobile e calda la risposta di Garibaldi. 

Non al merito mio, ma all’idea sublime di redenzione patria ch’io propugno e che propugnerò certamente tutta la vita, io devo la simpatia di questa magnifica popolazione, l’onorevole dono con cui mi avete fregiato oggi. Comunque sia, io vi devo tutta la mia gratitudine, e se la fortuna corrisponde alla mia volontà di servire la causa nazionale, io onorerò la cara mia città di Rimini, che sì generosamente m’accolse cittadino suo. Sono con affetto Concittadino Vostro G. Garibaldi

“Fu un riconoscimento che Garibaldi accettò in via del tutto eccezionale - ha puntualizzato Anita – E lo accettò proprio perché si rese conto dell’affetto che da sempre gli veniva tributato dal  popolo riminese”.

Certamente Garibaldi  ricordava, in quel momento, il tripudio con cui la ‘magnifica popolazione’ della  sua ‘cara Rimini’  lo accolse  il 17 settembre 1859, vale a dire  esattamente  un mese prima  del conferimento della cittadinanza. Come riporta il Tonini nella sua ‘Storia di Rimini’ i nostri concittadini, “dopo aver tolto i cavalli dalla sua carrozza, la sollevarono a braccia, applaudendo poi l’arringa che l’Eroe dei Due Mondi tenne contro i Preti dalla ringhiera di Palazzo Gioia”.

Ed ora, concedetemi un piccolo sfogo. In Italia purtroppo, non ci si rende più conto di cosa rappresenti quest’uomo ancor oggi nel mondo. Nell’America del Nord e in quella del Sud, in Asia e nel resto d’Europa è semplicemente considerato il più grande Eroe dell’epoca moderna, l’Italiano più famoso al mondo, sempre presente e sempre vittorioso dove ci fosse una giusta causa da sostenere e un popolo da liberare.

Si pensi che mentre da noi viene a malapena ricordato in qualche paginetta di storia (un eroe scomodo?) a New York si celebra ogni anno un Garibaldy Day con tanto di discorso del Presidente degli Stati Uniti a ricordo del 171° Reggimento Garibaldino che combatté contro gli schiavisti nella Guerra di Secessione. Feste nazionali per Lui in Argentina, negli Stati di S. Paolo e Portorico e naturalmente in Uruguay di cui, come da noi, è l’Eroe Nazionale e Padre della Patria, essendosi battuto vittoriosamente per la conquista della Repubblica.

Ebbene, a Rimini, nella sua “cara Rimini”, la epigrafe ottocentesca che riporta integralmente il testo del conferimento della cittadinanza al Generale e quello della di lui entusiasta quanto inusuale accettazione, fu inspiegabilmente rimossa nel dopoguerra dall’androne di Palazzo Garampi, e trovasi tuttora occultata all’interno della residenza Comunale. Ignorata, di conseguenza, dalla “Sua magnifica popolazione”. Ogni commento mi pare superfluo.

 

 

 

MULTI-ROTARY - Distretto 2072