Lo stemma nobiliare di Alessandro gambalunga ha
regalato una originale ulteriore visione nell’ambito del nutrito programma che
celebra i 400 anni dalla morte del riminese che decise di donare un palazzo e
una biblioteca di con 2000 pubblicazioni, per sempre, alla sua città.
A raccontarci la vita di Gambalunga e ciò che ha
originato la prima biblioteca pubblica e laica al mondo, unitamente alla
descrizione del suo stemma nobiliare, lo storico dell’arte Piergiorgio Pasini,
socio onorario del R.C. Rimini Riviera e indiscutibilmente il conoscitore
vivente più competente della storia di Rimini.
"Un uomo straordinario, Gambalunga. Decise nel 1610 di
costruire un palazzo per sé in fondo a via Rivolo della Fontana, attuale via
Gambalunga. Morì sei anni dopo e nel suo testamento, un manoscritto di 30
pagine conservato all’archivio notarile di Pesaro, scrisse ben chiaro che quel
luogo doveva essere per sempre la sede della biblioteca della città. Non solo,
stanziò 350 scudi annui (50 per il direttore e 300 per il funzionamento)
affinché si potesse aggiungere altro alla sua dote iniziale. Gambalunga era
ricchissimo, lo era anche suo padre che per due volte richiese alla città un
titolo nobiliare che gli fu sempre negato. Alessandro non dimenticò e, si dice,
per questo depositò il testamento a Pesaro. Gli eredi contestarono il lascito,
ma ebbero torto. Il palazzo è stato ‘altro’ in questi secoli, fino agli anni ’60
anche scuola per tanti riminesi.
Luigi Tonini, straordinario studioso della storia della città e al quale è intitolato il Museo, scrivendo di lui trasmise una immagine ben chiara: "A differenza di tanti nobili che se ne sono andati senza lasciare nulla alla città, lui che nobile non era ha invece lasciato qualcosa che durerà per sempre".
Piergiorgio Pasini ha poi descritto lo stemma di Gambalunga,
le immagini e i simboli che vi sono contenuti, la scelta di colori preziosi, la
presenza di una luna crescente e di una stella cometa, di una gamba che
identificava il cognome come accade negli stemmi ‘parlanti’. Una serata di
grande fascino, utile a conoscere ancor meglio un grande mecenate riminese.