L'EREDITA' DI LEONARDO
05 giugno 2012
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Conviviale con signore
‘L’eredità di Leonardo. La leggenda di Caterina Sforza e Leonardo da Vinci’ è il titolo intrigante di un libro edito da Rusconi e presentato ieri sera al Club. L’autore è un giovane forlivese, Simone Valmori, che dopo gli studi classici ed una laurea in economia e commercio, mentre si dedicava al suo lavoro nel settore no profit, ha incontrato un quadro nella sua città. Meglio, prima di conoscere il quadro ha notato l’andirivieni di studiosi da tutto il mondo per vederlo, analizzarlo, compararlo, studiarlo.
Il quadro è ‘La dama dei Gelsomini’ di Lorenzo di Credi. E intorno ad esso, alla comparazione con la Gioconda, alla figura di Caterina Sforza e a quella di Leonardo, Valmori ha costruito un’opera che è un po’ thriller e un po’ romanzo storico. Difficile infatti etichettare un romanzo che, oltre a immergere il lettore in una storia contemporanea, ridona vita ai grandi personaggi del Rinascimento italiano. Perché c’è dentro una storia di oggi, con un caso da risolvere, ma anche l’intreccio infinito di opere e pittori, di interpretazioni e ricerche, tutte tese a condurre il lettore in un viaggio sulle piste di due straordinari personaggi storici.
Valmori ha studiato cinque anni prima di realizzare l’opera e infatti già dalla descrizione fatta nel corso della serata ci è intuito quanto lavoro di ricerca ci sia stato.
La scintilla iniziale è stato questo quadro che per tanti ha analogie straordinarie con la Gioconda. Lorenzo di Credi e Leonardo studiavano insieme alla bottega del Verrocchio, i due volti sono sovrapponibili, entrambi sono olio su tavola di pioppo, le proporzioni sono assimilabili, il soggetto è di ¾, dietro alle due donne ci sono due colonne con la stessa base attica (nella Gioconda quel particolare fu poi eliminato ma è ritrovabile nei modelli). Tanto che l’immagine della copertina del libro avanza un’altra suggestione: più che sovrapponibili, le due figure femminili sono accostabili l’una all’altra se tagliate in verticale.
Una serata davvero intrigante, nella quale la grande conoscenza storica e l’evidente lavoro di ricerca svolto hanno dato l’idea di quanto possa essere interessante leggersi questo libro. Grazie quindi ad Alessandro Bacci, ancora una volta grande scopritore di talenti e di regali come quello di ieri sera, consentendoci l’incontro con un giovane autore romagnolo del quale sentiremo parlare.