L’illustre ospite della serata, che ha visto la partecipazione di numerosi rotariani e loro familiari, particolarmente interessati all’argomento anche in vista della prossima trasferta a Milano per la visita all’EXPO, ha tracciato le linee di un fenomeno che, visto nella sua globalità, si presenta decisamente complesso, in quanto le Esposizioni Universali rappresentano da sempre l’occasione per le nazioni che vi partecipano (e in particolare, come è ovvio, per quella che la organizza sul proprio territorio) di esibire la propria potenza politica ed economica. Tale tendenza si evidenzia soprattutto per quanto riguarda le Grandi Esposizioni che vanno dalla fine dell’ottocento alla prima metà del novecento, dove vengono messe in mostra non solo le grandi invenzioni tecnologiche destinate a mutare radicalmente la nostra vita e le nostre abitudini (dalla radio alla fotografia , dalla locomotiva, all’energia elettrica ecc.) ma anche le mortali innovazioni in campo militare, dai primi enormi cannoni Krupp a lunga gittata, alle micidiali mitragliatrici a cilindro rotante utilizzate per la prima volta contro i pellirosse. Non mancano certamente esibizioni… “muscolari” sia nell’ architettura dei padiglioni che nella tipologia delle sculture che a volte li hanno fiancheggiati. Scorrono così sullo schermo, illustrate dal relatore, le immagini di gigantesche statue di lavoratori sovrastati da falce e martello, veri e propri mausolei vigilati da grifagne aquile imperiali naziste, un padiglione enorme che si richiama architettonicamente alla tecnologia spaziale di una Unione Sovietica a quei tempi assolutamente all’avanguardia nel settore, fronteggiante quasi con aria di sfida quello ispirato al democratico e allegro consumismo made in USA. Particolare quasi umoristico: tra i due padiglioni si erge, minuscolo ma autorevole, quello della Città del Vaticano che pare quasi porsi come paciere tra le due Grandi Potenze. L’Italia fascista naturalmente non manca di gonfiare il torace, esaltando le glorie degli antichi antenati latini, con Padiglioni progettati nello stile della Roma Imperiale. Due guerre rovinose non sono però trascorse invano. E, ora le Esposizioni, pur senza rinnegare il giusto orgoglio nazionale, inneggiano soprattutto (come la nostra) a quelli che sono i valori che accomunano l’umanità intera assicurando il benessere e la serena convivenza tra i popoli. Dopo l’antesignana Tour Eiffel si è dato molto spazio alle invenzioni architettoniche e urbanistiche, alla cosiddetta “città effimera” destinata a far parte integrante poi della città vera. L’EUR a Roma, la Stazione Leopolda a Firenze, un intero borgo medioevale a Torino, il Pueblo Espanol a Barcellona, il Padiglione Philips di Le Corbusier a Bruxelles. E tanto altro.