LE CRONACHE MALATESTIANE DI GIBO

24 luglio 2011   00:00  

Caro, Sindaco di Rimini                                       
                                             
Ci risiamo. Puntuale come ogni anno, l’invaso del Ponte di Tiberio si esibito nel solito show di alghe maleodoranti e pesci boccheggianti in superficie. Ma è solo la punta dell’iceberg. Infatti il fenomeno dell’anossia e della eutrofia “da depuratore” allieta, da decenni, tutta la fascia costiera. In altre parole le microalghe -anche quando non esplode la prevalenza di una diatomea sull’altra- hanno tolto al mare colore e trasparenza e sul fondo è scomparsa ogni forma di vita come ben sanno tutti i “subacquei della domenica”. Insomma, da una ventina d’anni a questa parte,  il mare non è più né bello, né divertente. Anche quando non piove. Anzi è proprio quando non piove che alla cacca vera si sostituisce la simil-cacca algale.
Ignoro se Lei (erede di chi, facendo sogghignare gli esperti, affermava  che “la colpa è del Po”) sia al corrente del fatto che i fenomeni della microalga e della morte dei pesci per asfissia, sono dovuti invece alla mancata miscelazione dell’acqua dolce del depuratore con l’acqua marina, causata dai nostri fondali troppo bassi e privi di correnti. E che a tale situazione si potrebbe facilmente ovviare (con poca spesa) se i reflui del depuratore, anziché nel deviatore del Marecchia, venissero convogliati attraverso il Parco, fino all’invaso del Ponte di Tiberio. In tal caso, infatti, la destratificazione avrebbe luogo nel momento stesso in cui l’acqua dolce e quella portata dalla marea s’incontrano nel Porto Canale.
Questa mescolanza delle due acque non può invece verificarsi alla foce del deviatore dove, a  causa del largo e  basso fondale, si forma un vero e proprio lago d’acqua dolce:un grande lago di acqua più calda di quella del mare che, di conseguenza, galleggia in superfice espandendosi, senza mai miscelarsi,  lungo tutto  il litorale.  Viceversa ( come risulta dagli studi dei docenti dei docenti di Idraulica alla facoltà di Ingegneria di Bologna Bragadin e Mancini)  i  reflui del depuratore immessi (dopo aver percorso il vecchio letto del fiume attraverso il Parco)  nell’invaso del Tiberio acquisterebbero, in quel profondo bacino,  la stessa temperatura dell’acqua marina, e quindi si incontrerebbero successivamente nel Canale, allo stesso livello. La sezione ristretta del Porto le correnti, le maree, favorirebbero poi, ulteriormente, la mescolanza delle due acque.
Si otterrebbe pertanto a) Un efficace ricambio idrico delle acque nell’invaso del Tiberio evitando in tal modo l’attuale ristagno della salsedine nel bacino, causa principale del degrado ambientale, dell’agonia della fauna marina e  del danneggiamento del monumento. b) Un radicale miglioramento delle acque di balneazione che, dopo la descritta miscelazione, verrebbero in parte convogliate, dai moli del Porto Canale, al largo della costa c) la conseguente eliminazione della microalga con il ritorno della vita sui fondali sottocosta e della trasparenza della colorazione  e della  qualità delle acque di balneazione, per la gioia dei bambini, delle mamme e dei subacquei dilettanti.
E, caro Sindaco, a questo punto viene il bello.
Dopo una mia “Cronaca Malatestiana” che aveva sollevato la questione, citando il parere di numerosi esperti,  si fece vivo sulla “Voce di Romagna” in data 11 luglio 2009, l’Ufficio Stampa di Alpina Acque s.r.l. con sede in Ravenna, affermando che il Comune di Rimini aveva, sin  dal  2006, affidato  alla predetta Società,specializzata in opere idrauliche e progettista dello stesso depuratore di Santa Giustina, il  progetto idraulico di riqualificazione da me descritto, precisando  che il tutto era stato “calcolato su basi scientifiche, supportato da simulazioni con modelli analitici e affidando lo studio a un pool di tecnici specialistici e altamente qualificati come la tematica richiede”. Si concludeva, concordando con l’Autore della Cronaca, che, effettivamente,“non c’era più tempo da perdere”.
Intervenne subito dopo  il Consigliere Comunale Giulio Gherardo Starnini, presentando una interpellanza al Sindaco nella quale,  richiamando integralmente le domande da me rivolte su su questo giornale alla Pubblica Amministrazione ( domande rimaste, come al solito  senza risposta)  chiedeva le ragioni per cui  il citato progetto di riqualificazione marina non fosse ancora considerato prioritario. E che significato avessero (alla luce di tale progetto, poco costoso e facilmente realizzabile) le richieste di fondi regionali per una “fertirrigazione,” in contrasto con la vigente normativa, e di improba realizzazione pratica, nonché  i progetti di piscine sulla spiaggia, e di dispendiose e inutili condutture a cinquecento metri dalla costa …
Bene caro neo-sindaco. Ho il dispiacere di informarLa, ove già non lo sapesse,  che l’ Amministrazione non ha risposto neppure al Consigliere Starnini. A distanza di due anni…
Mi auguro lo faccia Lei.
Magari su questa stessa pagina.
Tanto per dare un segnale di Buona Educazione Civica.
 

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