L'ANALISI DEL SISTEMA BANCARIO, DELLE SUE CRITICITA', DELLE SUE PROSPETTIVE
Conviviale con signore
Il sistema bancario ed i suoi cambiamenti sono stati al centro di un interessante incontro venerdì pomeriggio al centro congressi SGR in interclub con Lions Rimini Riccione Host e grazie all’organizzazione di BAA Bocconi Alumni Association – Area Rimini.
Sono intervenuti Francesco Cesarini (Università Cattolica e Presidente dell’e-MID - Mercato Interbancario Telematico, già Presidente Unicredit e Vice Presidente Medio Banca, Giorgio Gobbi (Banca d’Italia – Capo Servizio Stabilità Finanziaria) e Matteo Mattei Gentili (Università di Pavia e Presidente di Banca Euromobiliare).
C’è chi dice che il banchiere sia il secondo mestiere più antico del mondo, altri che la banca sia un luogo che crea felicità. In realtà, dopo aver ascoltato le relazioni, l’idea che ci si è fatta è che almeno in questi anni la banca sia un’impresa alquanto complicata. Basti pensare che nel 2013 il sistema ha perso qualcosa come 20 miliardi di euro.
In più, l’Italia è un Paese ‘banco-centrico’, nel senso che economia e banca sono legate da un anello d’acciaio. Positività e negatività dell’una si riversano sull’altra. Non è così ovunque, ci sono Paesi (Gran Bretagna, Svizzera e Germania) che possono mantenere una economia in salute ed avere banche in gravi difficoltà. Per l’Italia, quindi è necessario trovare un punto di equilibrio differente, tenendo presente le risorse di famiglie e imprese. E in ogni caso, affinché le banche si riprendano, è fondamentale che riparta l’economia
Sostanzialmente dal 2008 le banche non fanno profitti, in questi sei anni la raccolta è servita a pagare i danni di bilanci negativi.
Da qui la stretta creditizia. Concedere credito non è conveniente per le banche, i costi di questa attività sono diventati superiori ai ricavi provenienti da un credito complicato e sempre più a rischio.
E’ un circolo vizioso, miracoli non esistono e la ripresa è il fattore fondamentale per far ripartire la macchina economica.
Nel frattempo, va rimodellato il rapporto fra banche e imprese, con queste ultime eccessivamente esposte e prive di adeguata patrimonializzazione, quindi vulnerabili.
“E’ stato concesso eccessivo credito – ha detto più volte Francesco Cesarini – ad imprese che non avevano nemmeno linee direttamente produttive. La capacità di selezione, per usare un eufemismo, non è stata buona. Il settore immobiliare (non solo le costruzioni) e imprenditori che miravano a conservare e proteggere le loro partecipazioni azionarie, hanno assorbito tanti soldi. Ma non erano finanziamenti produttivi e le banche su questo hanno grandi responsabilità. Era un credito a fini speculativi, che cresceva a doppie cifre, con linee multiple di fidi che hanno fatto perdere alla banca la conoscenza del cliente”.
Secondo Cesarini bisogna modificare diverse cose. “Le aziende devono capitalizzare di più, il patrimonio è segno di un’azienda che guarda all’innovazione”.
Infine un monito alle banche: “Devono essere più selettive, analizzare con più attenzione la domanda del cliente e saper leggere il suo programma di crescita”.