Definire la serata appena trascorsa in compagnia del Prof. Nicolò Scuderi “bella” è quasi doveroso. Il tema in discussione, infatti era proprio la bellezza, trattata con intelligente originalità dall’ospite e dalla moglie Rosa, splendida complice nel leggere estratti dall’ultimo libro da lui pubblicato con il titolo “A me la mela”.
Il professore (20 anni di insegnamento alla Sapienza di Roma) ha raccontato la genesi del titolo, che tratta del suo vissuto personale da bambino, a Taormina, quando la voce roca del nonno riempiva, insieme al fumo del sigaro, la stanza con le magiche parole di Omero. Quelle due ore che precedevano il pranzo più ricco della settimana, volavano via in un lampo, dove personaggi valorosi incrociavano le spade con Dei capricciosi e la bellezza si insinuava ovunque. “Chi vorresti essere?” chiedeva il nonno. “Paride!”, rispondeva il piccolo Nicolò. “Paride? Scelta inconsueta…però…forse…forse hai ragione…in fondo Achille fa una brutta fine e la prospettiva di giacere con Elena in effetti…”
In realtà, il piccolo Nicolò era accompagnato da un sogno ricorrente, nel quale i poemi di Omero si materializzavano ed Era, Atena ed Afrodite, reclamavano il pomo della discordia.
Era offriva il dominio totale, Atena la vittoria perenne, Afrodite Elena…
Ma doveva scegliere subito, il piccolo Nicolò, a chi donare la mela.
Ma non lo fece mai, quasi paralizzato dalla bellezza delle tre dee. Crescendo, quel senso di colpa legato al fatto di non aver offerto ad Afrodite ciò che ella si meritava, la bellezza è diventata una missione.
E quel tormentone delle tre dee, diventato quasi un mantra, si è materializzato in un libro: A ME LA MELA, un testo strutturato sotto forma di interviste-colloqui con professionisti, pazienti, e dialoghi immaginari con personaggi famosi del passato, aventi come oggetto la bellezza.
Il professore ha ricordato che nella sua professione si parte sempre dalla chirurgia plastica, l’attività di ricostruzione legata a traumi o malattie. E nella chirurgia plastica, l’imperfezione viene perdonata, perché l’obiettivo è un altro. Poi si arriva alla chirurgia estetica, dove l’intervento deve rasentare la perfezione. Ma non è sufficiente solo la perizia o il talento. Fare chirurgia estetica, conclude il Prof. Scuderi, non sta nell’anatomia del paziente, ma nella testa. Il chirurgo deve ascoltare, capire che il paziente si aspetta una risposta e sta a lui, al chirurgo, trovare quella risposta che il paziente si aspetta. Ai suoi specializzandi, ricorda sempre di dire 4 no e1 si agli interventi richiesti dai pazienti.
Inventore di nuove tecniche di chirurgia estetica e titolare di alcuni brevetti per strumenti da utilizzare in sala operatoria, il Prof. Scuderi si è contraddistinto nella comunità internazionale con centinaia di pubblicazioni. Dirige un gruppo di lavoro che è il primo in Italia, il quarto in Europa, il quattordicesimo al mondo.
Ecco perché dopo il suono della campana, la frase più ricorrente era…”…bella serata…”.
Ps: il Presidente del Rotary Riviera ha vissuto un effimero momento di gloria quando, durante la cena, il Professore l’ha definito “bello”. Qualche minuto dopo, la Sig.ra Rosa ha ricordato che stavano parlando del primo libro del Prof. Scuderi, intitolato Elogio dell’Imperfezione…
Demis Diotallevi