IL SINDACO ANDREA GNASSI ALLA PRESENTAZIONE DI ABITARE RIMINI 2012

25 gennaio 2012   00:00  

Il Sindaco Andrea Gnassi ha accettato l’invito del Rotary Club Rimini Riviera e eri sera è intervenuto, non appena terminato il consiglio comunale, alla presentazione dei progetti della seconda edizione del Concorso Abitare Rimini, promosso dal Club con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti e di quello degli Ingegneri della Provincia di Rimini.
Quest’anno sono stati tre i progetti in gara: uno presentato dall’Arch. Anton Luca Nannini, un secondo dall’Arch. Giuseppe Anastasi insieme all’Arch. Erika Cormio ed all’Arch. Luca Manzocchi, il terzo dal gruppo guidato dall’Arch. Laura Cialotti insieme agli architetti Elisa Gasperoni, Lucia Ceccoli, Simona Ferri e agli ingeneri Francesco Selva e Francesca Landi. 
Dopo la spiegazione delle motivazioni che hanno condotto alla scelta dell’area della stazione ferroviaria all’attenzione dei progetti, la parola è passata agli architetti che hanno esposto le loro suggestioni. Non puri esercizi creativi, perché tutti hanno agito nel rispetto di regole esistenti e di vincoli urbanistici coi quali fare i conti.
 
Al termine, dopo le premiazioni alla presenza dei delegati dagli Ordini Arch. La Guardia e Ing. Renzi, e del Presidente dell’Ordine degli Architetti Roberto Ricci, il presidente della Commissione Giuliano Ioni ha proclamato ex aequo i tre progetti, che quindi si aggiudicano un rimborso spese di 1500 euro ognuno.
 
Qui di seguito le tre brevi schede dei singoli progetti:
 
 
Gruppo di progettazione:
arch. Giuseppe Anastasi, arch. Erika Cormio, arch. Luca Manzocchi
Rimini, con il suo centro storico e i suoi servizi da una parte, la città della costa con le attività stagionali dall’altra, appare come una città duplice, che alimenta flussi continui di energie e di persone dalla costa verso l’entroterra e viceversa. Questa dinamica mette in evidenza tutta la povertà qualitativa delle connessioni urbane; la scarsità di servizi e spazi pubblici tra le due realtà; l'assenza di momenti spaziali di decompressione tra i densi tessuti urbani.
Il progetto si propone quale dispositivo di ricucitura, rifiuta l’attuale percezione frammentaria della città, per proporre una nuova concezione dinamica e permeabile, nella quale identità locali e flussi sociali siano costantemente integrati.
Dal punto di vista spaziale, crea una dialettica tra il grande asse definito dalla linea ferroviaria e i margini del tessuto urbano, tra la densità dell’edificato e la permeabilità del nuovo spazio, tra la città dei servizi e del lavoro e la città dello svago.
Nasce così il concept di un ‘parco’, necessariamente altro dai luoghi che la nostra quotidianità consuma, un nuovo pezzo di città fluida e polivalente. Nel suo disegno convivono e dialogano intrinsecamente aspetti differenti che riguardano le tematiche del paesaggio, del vivere quotidiano e dei rapporti con la città circostante.
Tre diversi livelli di lettura mediano alle diverse scale i rapporti tra città e cittadino, e confrontandosi tra la dimensione della città e quella dell’isolato riescono a dare forma ad una vera ricucitura urbana.
Essi riguardano: la definizione di polarità che integrano le funzioni esistenti, quali un museo del cinema, una polo legato alle arti visive, nonché il nuovo sistema di interscambio modale; un'ampia fascia di parco pubblico in cui si innerva una rete di percorsi a scala urbana; ed infine una successione di piccoli spazi e funzioni in dialettica con il tessuto dei quartieri.
L’immagine complessiva che ne emerge è allora quella di un grande sistema immerso nel verde, una grande linea verde che attraversa la città, un nuovo orizzonte verde per Rimini.
 
 
Gruppo di Progettazione:
Arch. Laura Cialotti, Arch. Elisa Gasperoni, Arch. Lucia Ceccoli, Arch. Simona Ferri, Ing. Francesco Selva, Ing. Francesca Landi.
 
L’area di progetto è di notevole interesse urbanistico, in quanto si pone al centro di due distinte realtà: la città, con i suoi tracciati storici, ed il mare, luogo di interesse turistico per eccellenza. Potenziale luogo di collegamento,  deve confrontarsi con numerosi punti critici e discontinuità; l’area, infatti, si presenta come un susseguirsi di spazi marginali, anonimi, parzialmente invalicabili, che hanno subito variazioni nel corso del tempo senza un progetto d’insieme che ne stabilisse le gerarchie e ne definisse l’armonia. La stazione ferroviaria ed i suoi binari, inoltre, tracciano un solco profondo, una barriera evidente nel tessuto urbano, generando quella frattura tra città e mare che ha spinto ad indire questo concorso. Il nostro progetto risponde a questa esigenza con un nuovo ponte ciclo pedonale che si innalza a Nuova Porta della Città, prolungando il cardo romano fino al mare. Il compito di riconnettere le parti separate e disomogenee è affidato ai nuovi percorsi ciclo-pedonali, che si snodano per tutta l’area di intervento, garantendo una completa permeabilità.  E’ lasciato all’architettura l’onere di ricucire la trama degli spazi urbani, dare qualità al costruito, mantenendo le funzioni attuali, la dove sono efficaci e cambiando quelle inappropriate. E’ in questa prospettiva che l’area adiacente a via Roma mantiene la propria funzione residenziale, ma cambia il proprio aspetto formale ed architettonico, la funzione sportivo-ricreativa del Circolo Ferroviario permane, ma si arricchisce di nuovi spazi, il cinema Settebello lascia il posto ad un nuovo cinema multisala e ad una piazza degli spettacoli che valorizzano l’anfiteatro romano e creano un nuovo polo attrattivo-culturale. Vengono affidati nuovi ruoli, invece, a zone senza identità: l’area delle Officine, ora invalicabile, accoglie il nuovo mercato della città in una zona più ampia ed accessibile; l’area Deposito locomotive, al di là della ferrovia, in linea con il progetto dell’Associazione Adriavapore, sfrutta gli edifici esistenti per trasformarli in luoghi museali legati alla storia della ferrovia e della Rimini di mare.
  
Arch. Anton Luca Nannini
L’apparizione di un’estesa area vuota, nodale tra la città storica e la sua espansione verso il mare, offre l’opportunità di unire Rimini, interrotta dalla ferrovia, attraverso luoghi di continuità mobile ed architetture di aggregazione.
La sedimentazione della città evolutasi sulla infrastruttura ferrata, ha evidenziato caratteri periferici attorno a questa. In un centro urbano secolarmente sedimentato, si permette a un quartiere di nuova fondazione di divenire espansione centripeta: come inserire un nuovo cuore, che pulsa nuove dinamiche di funzionamento, in un organismo esistente.
Il progetto si compie a partire dalla riformulazione della mobilità urbana complessiva. Una stazione intermodale, nei pressi dell’intersezione tra la linea ferroviaria e l’autostrada, consente la connessione viaria di trasporto automobilistico, alta velocità ferroviaria, trasporto pubblico su carreggiata e rete ferroviaria metropolitana, quest’ultima diretta verso la città e in direzione nord-sud lungo la direttrice litoranea.
Il progetto si sviluppa nell’area della stazione e delle officine, qui la linea metropolitana si estende in un sedime sotterraneo, consentendo la formazione di un parco di superficie dove architetture per la collettività, concepite come grandi costruzioni a scala geografica, emergono dal suolo. Volumi estrusi dal livello della città che compongono una struttura nella quale è l’aspetto artificioso della sostruzione, a connettere il piano della città con quello ipogeo della nuova mobilità metropolitana.
I piani di estrusione si elevano fuori terra e costituiscono le coperture, inclinate ed agibili, delle sale sottostanti. partendo dal piano della città si pongono in continuità col parco urbano.
Il piano d’accesso dalla quota della città coincide con il piano alto dell’ordine di gradinate, il piano ipogeo d’ingresso al complesso, è coincidente con la quota del piano delle arene.

MULTI-ROTARY - Distretto 2072