IL RECUPERO DELLA NAVE CONCORDIA
Conviviale
Il recupero della nave Concordia, l’abbiamo ben compreso stasera, è stato un grande esempio di collaborazione fra i saperi del mondo con una fondamentale regia italiana.
L’Ingegner Giovanni Ceccarelli, rotariano ravennate e protagonista di quell’impresa straordinaria che è stata il recupero del relitto, ci ha dettagliato il percorso affrontato, compresi gli aneddoti, qualche coincidenza fortunata ma soprattutto il grande lavoro d’equipe che ha caratterizzato l’impresa.
Dalle intuizioni iniziali, i calcoli e gli schizzi, fino alla gara per l’aggiudicazione dei lavori e ppoi tutto quanto ha portato a rimettere in linea di galleggiamento una nave enorme che avendo solo nove metri di pescaggio invece di affondare come il Titanic s’è adagiata su un fianco.
“Quello è stato un colpo di fortuna ed io che sono credente voglio pensare che qualcuno da lassù abbia voluto favorire il nostro lavoro. La Concordia s’è appoggiata in perfetto equilibrio su due rocce ed un fondale con una pendenza del 65%. Bastava poco, anche nelle operazioni di recupero e per le condizioni del mare, perché scivolasse verso il fondo e l’avremmo persa”.
E infatti Nick Sloane, salvage master sudafricano, ha sempre battuto il tema del tempo, perché il mare ogni giorno avrebbe indebolito la struttura del relitto.
Ceccarelli ha riepilogato le fasi progettuali e la realizzazione dell’opera, firmata nei vari interventi da tante aziende italiane di eccellenza.
Il dato di base, i tre goal da segnare erano stabiliti: tutela dell’ambiente sicurezza dell’opera da realizzare, salvaguardia del’economia del territorio.
Le idee in campo erano differenti, molte partivano da esperienze precedenti come quelle degli american che intendevano applicare alla Concordia i sistemi adottati per le petroliere. Sostanzialmente ‘tagliare’ la nave.
L’equipe italiana ha invece puntato da subito, proprio per mettere in scurezza un parco marino così importante, al recupero della nave nella sua interezza.
“E’ stato un salvataggio con idee e professionalità, uomini grandiosi al servizio di una grande impresa, senza sostanzialmente un piano B, ma convinti che la strada intrapresa fosse quella giusta”.
E Ceccarelli ha concluso il suo intervento ricordando il valore del lavoro condotto insieme: “Ci sono voluti tanti mattoni, da quelli angolari a quelli che hanno tirato su le pareti, ma sono stati tutti fondamentali per costruire una casa solida”.
Su questo s’è agganciato il saluto finale del Governatore Paolo Pasini, presente alla serata in interclub con il Rotary Riccione – Cattolica: “Abbiamo ascoltato il racconto si una impresa condotta insieme: valore delle persone, rispetto delle competenze, ascolto della critica a partire da una fiducia reciproca e chiaro obiettivo finale. Ogni Rotary Club dovrebbe essere così nel suo agire, per raggiungere straordinari risultati e superare qualche bisbiglio che talvolta caratterizza la vita di un Club”.