GUARDA UN PO'... NON ERA IL PO! CRONACA MALATESTIANA DI GIBO.
21 aprile 2012
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Gli innumerevoli scienziati riunitisi a convegno la scorsa domenica a Rimini per la “Rassegna del Mare” sono pervenuti alle medesime conclusioni espresse recentemente dai colleghi convocati dal Rotary in merito ai danni provocati dai depuratori quando scaricano centinaia di migliaia di metri cubi di reflui su fondali troppo bassi. Danni causati al mare (e al turismo) da abnormi e multicolori fioriture algali e dalla eliminazione di ogni forma di vita sul fondo, soprattutto nei mesi più caldi. Ne è conseguito il pressante invito, lanciato anche in questa occasione dagli studiosi, a deviare quel micidiale flusso dal mare ai campi.
Mi attenderei a questo punto che i politici indigeni, i quali pervicacemente- e si spera in buona fede- hanno sempre attribuito al Po la responsabilità del misfatto, non dico rassegnassero le dimissioni (ormai a parte il Trota, non le dà più nessuno) ma chiedessero almeno perdono, venia, pietà, ai cittadini, ai turisti, e agli operatori balneari, per non aver voluto o potuto vedere, ciò che era sotto gli occhi di tutti, a partire dai nuotatori e dai marinai di salvataggio: un mare che, anno dopo anno, (contestualmente al progressivo potenziamento del depuratore, ecco il punto!) perdeva sempre di più trasparenza, colori, vitalità, nella fascia balneabile più prestigiosa della Riviera. E mentre i turisti, spaventatissimi, facevano una enorme confusione tra la cacca saltuariamente scaricata in mare dopo i temporali, e la sempiterna e onnipresente simil-cacca algale provocata da un depuratore che peraltro funziona benissimo, un altro equivoco veniva a crearsi, a livello tecnico-politico, tra i nutrienti scaricati dal Po che i pesci li fanno crescere e quelli che esplodendo sulla lastra galleggiante di centomila metri cubi giornalieri di acqua dolce, invece li ammazzano o li fanno scappare. Ma a me non basta constatare che finalmente anche Palazzo Garampi ha cominciato a preoccuparsi e che di conseguenza non sarò più costretto a lanciare invettive sulla falsariga delle Catilinarie Ciceroniane o a far sdraiare il politico di turno sul lettino dello psicanalista per guarirlo dal “complesso pelagico”. E non mi basta neppure sentir affermare per bocca dell’Ing. Massimo Totti (delegato alle infrastrutture, mobilità ed ambiente) che, vivaddio, tra quattro anni l’acqua del depuratore verrà finalmente utilizzata per irrigare i campi. Debbo anche riuscire a crederci, pur avendo sotto gli occhi l’esempio alquanto deprimente di un Piano Alpina Acque che, pur approvato da ben sei anni, giace tuttora nei cassetti. Un Piano che, grazie alla semplice e non troppo costosa deviazione dei reflui depurati nel Parco Marecchia e, da lì, nel Porto Canale,avrebbe potuto risanare l’invaso, salvaguardare i piloni del Ponte, e migliorare notevolmente, con la miscelazione delle acque, le situazioni di anossia e eutrofia denunciate invano da almeno un decennio nelle mie quaranta righe settimanali. E comunque, caro Ingegnere, anche a voler confidare che veramente le acque del omiracolo! dài, finalmente Palazzo Garampi l' marein questa occaione ati dal Rotary depuratore verranno sottratte al mare tra quattro anni (e non tra sei, od otto, o sub specie aeternitatis come per il Teatro Galli) beh, mi creda, sarebbe già troppo tardi. Oltretutto, in quei quattro anni è previsto un ulteriore potenziamento degli impianti di S. Giustina, figuriamoci….