Alla presenza delle autorità rotariane del Distretto 2072, nella giornata mondiale dell’acqua, s’è svolta una serata in interclub fra RC Rimini Riviera, RC Rimini, RC Novafeltria-Alto Montefeltro, RC Riccione-Cattolica, RC Riccione Perla Verde, RC San Marino).
A tema, nella Giornata Mondiale dedicata ad uno dei tesori più preziosi che ci dona la natura, un approfondimento prezioso con tecnici qualificati ed autorevoli. Sono intervenuti l’Ing. Andrea Cicchetti (Presidente Canale Emiliano Romagnolo), l’Ing. Pierpaolo Martinini (Dirigente Hera S.p.A.), l’Ing. Piero Tabellini (Dirigente Regionale Responsabile per la Romagna), il Dott. Fabio Berardi (Capo della Protezione Civile di San Marino), l’Ing. Massimo Totti (Dirigente Protezione Civile Comune di Rimini).
Declinando l’indicazione del Rotary di dedicare una giornata ad ambiente e acqua, il Distretto 2072 ha scelto il tema dei fiumi. In apertura, un video ha esposto la cifra dell’emergenza
Il Rotary per l’acqua
Per il Rotary, ogni giorno è una Giornata Mondiale dell’Acqua. Le emergenze mondiali sono un severo monito per i soci del Rotary per i quali la fornitura di acqua pulita è una priorità dell'organizzazione. Sebbene siano poche le persone che muoiono di sete, milioni invece muoiono per malattie correlate che sono prevenibili. E su questa premessa che i soci sono motivati a fornire servizi igienici e ad intraprendere altre iniziative nel settore idrico nei Paesi sottosviluppati. Inoltre, i soci educano le comunità interessate a costruire nuove infrastrutture e organizzano progetti educativi per promuovere il lavaggio delle mani e altre buone abitudini igieniche.
Anche se il 22 marzo è riconosciuto come la Giornata Mondiale dell'Acqua, il nostro impegno per questa causa è continuativo. In Ghana, Samuel Obour sta alla guida di progetti che hanno l'obiettivo di installare latrine, stazioni di lavaggio e servizi igienici in tutto il Ghana. In America Latina, i giovani del Connecticut hanno installato tubature per le comunità ad alta quota. Per decine di altri progetti idrici che vanno dalla raccolta dell'acqua in Messico alla costruzione di un pozzo in Egitto, si attende il sostegno finanziario.
Ad Evanston, Illinois, il 31 marzo è in programma un incontro di esperti del posto e nazionali in occasione dell'evento Tap Into Lake Michigan, una tavola rotonda sulle prospettive locali a fronte della crisi idrica globale. L'evento riunisce i soci del Rotary e il pubblico e gli influenzatori e i rappresentanti delle organizzazioni idriche.
Dati e informazioni generali.
Il consumo di acqua pro capite in Italia è di 245 litri al giorno, mentre si registra una dispersione nel sistema idrico che arriva al 40%.
L’acqua, per noi disponibile e di qualità, per oltre un miliardo di persone nel mondo è una gravissima emergenza. Un bambino su cinque muore per sete o per malattie legate al consumo di acqua non sicura, il 40% della popolazione globale convive con problemi di scarsa disponibilità d’acqua che, secondo l’Onu, sono alla base di oltre 50 conflitti, di cui 37 armati. Per mettere al centro del dibattito internazionale questi e altri problemi legati all’oro blu, nel 1992 le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Mondiale dell’acqua, che cade il 22 marzo.
Il rischio idrico spesso passa sotto silenzio, eppure il Day Zero, il giorno in cui perderemo i normali accessi alle riserve di acqua, non è così lontano. Città come San Paolo in Brasile, Chennai in India e Cape Town in Sud Africa hanno già rischiato di ritrovarsi con i rubinetti completamente a secco. Considerando che solo il 2,5% dell’acqua sulla terra è dolce, è importante limitare il più possibile gli sprechi. Secondo l’Oms, se si consumano più di 50 litri al giorno, ha luogo uno spreco: in Italia, avvisa l’Istat, la media si aggira intorno ai 245 litri quotidiani. Solo l’1% dell’acqua viene utilizzata per bere, la maggior parte (39%) è utilizzata per doccia e bagno: solo per lavarsi i denti, se non si chiude il rubinetto, si possono sprecare fino a 30 litri d’acqua al giorno. Un altro dato che fa pensare è quello della dispersione dell’acqua immessa, ovvero della quantità che si perde a causa del cattivo funzionamento delle reti idriche: la media nazionale è del 40%.
Le guerre per l’oro blu.
Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI secolo avranno come oggetto l’acqua. Da Israele all’India, passando per la Turchia, sono numerosi i focolai che presto potrebbero sfociare in veri e propri conflitti armati. Lo dice Ismail Serageldin, ex vicepresidente della Banca Mondiale, che nel 1995 aveva previsto ciò che sta avvenendo in questi anni.
Nell’ultimo decennio si sono moltiplicati in tutto il mondo i conflitti, spesso armati, scatenati dal controllo delle falde acquifere e dei corsi d’acqua. La crescita costante della popolazione e l’inasprimento dei cambiamenti climatici rendono difficile invertire questa tendenza. Nel lungo conflitto siriano, accanto alle cause più note (religione, etnie, potere) deve essere considerata la siccità: negli anni precedenti allo scoppio della rivoluzione, la mancanza di pioggia decimò i raccolti, costringendo un milione e mezzo di persone a trasferirsi nei centri abitati. Stesso scenario lungo il Giordano: negli anni, uno dei punti che ha portato al fallimento delle trattative di pace tra israeliani e palestinesi è proprio l’approvvigionamento al fiume.