FRANCOBOLLI CHE PASSIONE!
28 febbraio 2012
20:00
Conviviale con signore
Relatori Piero Macrelli
La collezione dei francobolli è un ricordo legato all’infanzia di tutti. C’è chi ne ha fatto la propria passione per la vita, dedicando tempo e volontà di costruire ben di più che una serie di fogli riempiti da piccoli foglietti adesivi.
Piero Macrelli ne è la dimostrazione e per un’ora ha attirato l’attenzione di tutti i partecipanti alla serata con una serie di informazioni che hanno reso bene l’idea di come una piccola raccolta possa diventare anche un libro di storia e una passione totale.
Intanto Piero Macrelli è un’autorità assoluta nel settore, da sei mandati guida la Federazione fra le Società Filateliche Italiane ed il settimo è dietro l’angolo.
A molti, pensando ai francobolli viene subito in mente il ‘Gronchi Rosa’, icona del collezionista e francobollo che si immagina introvabile. In realtà, come spesso accade, è la storia curiosa che circonda l’oggetto che identifica un mondo a farlo diventare l’icona.
Il Gronchi Rosa fu realizzato in occasione della visita in Sudamerica del presidente della Repubblica. Ma colui che fu chiamato a disegnare l’illustrazione del francobollo sbagliò a tratteggiare i confini del Perù. Era un bel francobollo rosa, ma fece arrabbiare i diplomatici sudamericani che in due giorni fecero il diavolo a quattro fino a farlo modificare. Il nuovo francobollo aveva i confini ben disegnati, ma era diventato grigio. Dell’esemplare sbagliato però ne furono messi in circolazione molti e il prezzo salì subito da 205 che era il suo valore nominale a 5.000 lire. Oggi vale 700-800 euro e si pensa ce ne siano 80mila in circolazione.
La collezione dei francobolli nasce molto prima, si dice spesso che è il re degli hobbies e l’hobby dei Re. Ne fu grande appassionato Re Giorgio d’Inghilterra, nonno di Elisabetta. La collezione inglese è oggi forse la più importante al mondo. Anche il principe Ranieri fu ammaliato dalla passione, ma pure Re Carlo di Romania (quando fu cacciato portò via tutto con sé) e anche Re Faouk d’Egitto. Lui invece la collezione dovette lasciarla e fu venduta in seguito all’asta ricavandone parecchi soldi a favore dello Stato.
Oggi si pensa ci siano 60 milioni di collezionisti nel mondo, capaci di movimentare 30 miliardi di euro l’anno.
I francobolli vengono alla luce nel 1840 e fino a Napoleone chi spediva pagava anche i costi relativi. Poi venne introdotto il ‘porto pagato’ e il ‘porto ricevuto’, in Inghilterra si pagava a seconda della distanza che la lettera doveva compiere e poteva costare anche due giorni di salario. Ne erano esclusi i parlamentari, tanto che si faceva a gara per inserirli in ogni contesto per approfittarne. Allora qualche mente illuminata pensò che se quel prezzo della spedizione fosse sceso, ma esteso a tutti, sarebbe potuto calare a beneficio della casse statali. Nacque così il Penny Black, ossia un penny per spedire sul territorio inglese, due per l’estero. Via via i vari paesi si adeguarono e il francobollo cominciò a diventare importante. In Italia comparvero nei vari stati. Nel 1863 uscì il primo francobollo postale italiano, il collezionismo partì subito dopo. Allora cominciarono a venir stampate le serie commemorative e insieme ad una passione nacque anche un mercato.
Per l’Italia il collezionismo è legato al nome di Bolaffi, che lo rese sistematico ad inizio ‘900. Ma il collezionismo si è evoluto e studiare un francobollo, il suo viaggio, il tragitto compiuto… ben presto è significato studiare la storia postale.
Il mercato per molto tempo è stato florido, accresciuto da una moltitudine di appassionati. L’avvento di internet e del commercio elettronico ha favorito anche la circolazione di falsi. Si pensi che recentemente a Milano è stato sequestrato un blocco da 170 kg di francobolli falsi. Oggi l’opera della Federazione presieduta da Macrelli, insieme alla promozione di eventi ed esposizione, è molto concentrata sul contrasto dei traffici illeciti. Tanti i francobolli rari, Piero ce ne ha mostrato – in foto – uno denominato 3 lire della Toscana. Ce ne sono due in circolazione ed uno di questi è stato pagato 1,3 milioni di euro!