La leadership e la sua riconoscibilità come fenomeni letti in negativo. E cioè: oggi ne parliamo conoscendo la società in cui viviamo, ma si profilano grandi cambiamenti e allora forse prima di tutto sarà utile provare ad inquadrarli e poi comprendere cosa caratterizzerà la persona capace di leadership.
È partita da qui Roberta Mariotti, socia del RC Rimini Riviera e componente della Commissioni per l’Etica e la Leadership e per lo Scambio Giovani del Distretto 2072.Per entrare nel tema della serata vi proporrei una domanda: immaginando il futuro, cosa vediamo?
Più che iniziare dalle caratteristiche distintive del leader, chiederei ai giovani di darci la loro visione di come si immaginano il futuro.
Se ad esempio vogliamo costruire un ponte ci serviranno alcune specifiche competenze diverse da quelle che servono ad esempio per costruire una navicella spaziale; quindi immaginiamo che futuro vorremmo vedere per poi focalizzarci sul leader che ci aiuterà a realizzare il progetto.
Jacopo Cavagna: Vediamo un futuro complesso. Le sfide di un tempo erano visibili e accessibili. Quelle che si prospettano sono un po’ misteriose.
Di certo tutto ciò che accade ci coinvolge rapidamente. La connessione porta ad una condivisione rapida e globale. Allora la domanda è sull’approccio a queste sfide complesse, quindi immaginare una leadership ugualmente complessa.
Paolo Matteoni: La complessità chiede decisioni tempestive, condivise. Il leader lo immagino un gruppo di persone perché è difficile immaginare le tante competenze necessarie in dote ad una sola persona. Tante difficoltà, anche varie fra loro, pongono il tema delle skills, il carattere delle persone che posso far parte di una leadership. Resta inteso che tutte queste informazioni non possono fare a meno dell’esperienza. Serve pazienza, partire dalle cose più semplici e con calma perfezionarsi.
Roberta Mariotti: Le leadership cambia, non è ovviamente sempre a stessa. E discuterne fra persone molto giovani insieme ad altre esperte serve a condividere e a confrontarsi su idee e visioni diverse. Ricordiamo che il paradigma del secolo scorso associava la leadership al potere e al successo personale. Ora la componente etica e i valori orientati al benessere dell'uomo e della collettività entrano in gioco e con peso specifico elevato.
Nella realtà possiamo distinguere il leader e il capo. Un capo può essere un leader, ma non è detto che un leader sia necessariamente un capo, sia inserito ai vertici. Oggi certi paradigmi del passato non sono più attuabili.
In realtà i leader più efficaci sono quelli con radicati valori etici. Sanno guidare se stessi e gli altri ai risultati, ma comprendendo il bene comune.
Demis Diotallevi: noto che ci sono tanti corsi, tante pubblicazioni dedicati alla leadership. Ho la sensazione di un mercato della leadership, mentre credo che sia soprattutto un talento.
C’è una dimensione di talento e di attitudine, coltivabile. Ma è pericoloso far credere indistintamente che è possibile imparare a diventare un leader. Credo che tante più persone di quel che immaginiamo abbiano dentro questi talenti. Può esserci quello della leadership, ma anche della brillantezza. Allora bene lavorare sui talenti piuttosto che sui limiti, genera persone migliori.
Paolo Matteoni: l’esperienza rotaractiana segue altre precedenti nelle quali ho potuto conoscere la leadership nel lavoro di gruppo nel quale a rotazione si assume una veste di coordinamento del lavoro comune. I profili sono diversi nei partecipanti ad un club, ma l’obiettivo comune poggia sulla condivisione di valori. La figura di un presidente di Club è la risposta ad una esigenza formale, in realtà è una comunità di lavoro.
Jacopo Cavagna: immagino una varietà di leadership. Ci sono stereotipi che abbiamo in mente che forse non saranno efficaci in futuro. Carattere estroverso, competitività… doti utili in futuro ma che oggi, immaginando un gruppo di lavoro… possono essere pericolose per un risultato positivo. Troppo uguali.
Credo molto importante la leadership etica, e come la definiamo. Noi giovani cominciamo a individuare come difetto grave avere successo dopo aver ‘offeso’ il pianeta. I giovani oggi sono pronti a riconoscere la leadership etica.
Piero Mutolo: andiamo al punto, chi è il leader. Ve ne propongo una: prima ci deve essere una squadra. Il leader comanda anche senza avere il potere. Dentro ci stanno tremila doti, ma la squadra è fondamentale.
Francesco Piazzi, Presidente della Commissione Distrettuale: Condivido che è possibile essere leader senza un potere in mano. L’autorità arriva dal riconoscimento degli altri. Si può insegnare la leadership si può insegnare ad avere carisma? Sono scettico, ma capisco che l’esperienza possa essere molto utile.
Matilde Antonelli: vedo un valore nella capacità di rendere coeso un gruppo, una guida, questo per me è riconoscere un leader.
Alessandra Cellucci: molto dipende dalle esperienze fatte. Certo il leader è colui che ti indica la rotta, anche nella tempesta. Però la definizione è in continua evoluzione e la componente etica ha un peso sempre maggiore, tanto più quando sa metterti nelle condizioni migliori per dare il meglio.
Fondamentale guardare al futuro. All’Expo di Dubai c’è un museo sul futuro e l’Italia ha saputo dare esempio di saperlo interpretare all’insegna del pensiero ecologico.
Lorenzo Brancaleoni: Immaginando la leadership introduco la parola fiducia, per me fondamentale perché ci sia un rapporto che consente la crescita delle persone nel gruppo e il raggiungimento di un risultato.
Gibo Bonizzato: nel suo celebre The Art of Loving Erich Fromm afferma che lo spirito di servizio rappresenta la più matura soluzione del problema dell'esistenza. Questa predisposizione dell'animo umano verso il prossimo e la collettività in generale, questa capacità di amare nel senso più nobile del termine presuppone però la conquista di una posizione prevalentemente produttiva. Presuppone In definitiva la conquista di una leadership allorchè l'individuo ha vinto il senso di onnipotenza narcisistica, il desiderio di sfruttare gli altri e di tesaurizzare.
E solo al termine di tale percorso di crescita che l'uomo si sente pienamente responsabile dei suoi simili. Dunque per Fromm la capacità di servire implica il raggiungimento di una personalità completa e matura. Ne consegue, per concludere, che è l'insieme di uomini realizzati nelle proprie attività e di buon carattere a formare il vero tessuto connettivo del Rotary .A queste persone Infatti gli ideali del nostro sodalizio sono per così dire connaturati.
Un classico esempio di come il Rotary coopti un leader non in quanto tale ma in quanto uomo atto a servire a seconda delle sue particolari competenze e' quello dei medici rotariani impegnati nella lotta alla poliomelite ed altre malattie che si sono trasferiti in Africa. Si tratta di persone capaci di amare il loro prossimo e di servirlo proprio perché hanno superato la loro fase narcisistica e auto realizzativa e ora sentono come dice Fromm che lo spirito di servizio e" ciò che dà il vero significato alla vita. Non per nulla il Rotary è nato nell'ambito della cultura protestante. Direi che oggi e certamente ancor più in futuro quel tipo di maturità può essere raggiunto anche da un giovane.
Martina Dall’Ara: Rispetto alla leadership etica il leader deve avere convinzioni personali, etiche, ma deve essere consapevole che un in gruppo l’aspetto etico può essere percepito diversamente. Un gruppo può considerare giusta una azione per altri intollerabile. Il leader deve saper gestire i conflitti.
Roberta Mariotti: E' infatti importante individuare quali sono le regole della vita sociale, della convivenza civile. Gli scienziati si sono interrogati sul motivo per cui nonostante l'uomo sia predisposto a interagire con gli altri, a comprenderli, a voler bene, a cooperare, esistano anche leadership negative e distruttive, che sfruttano e manipolano gli altri per vantaggi personali.
Queste leadership si nutrono di pregiudizi e di sfiducia e sono possibili solo se, per motivi culturali l'uomo - che appartiene ad un'unica specie - inizia a percepirsi come diverso da qualcun altro. Solo così sembra possibile che, pur essendo predisposti naturalmente a convivere si creino leadership distruttive di cui i fenomeni di radicalizzazione terroristica o il bullismo ne sono un esempio.
E allora sarebbe molto importante capire quale ruolo gioca l’educazione e ancor più l’adozione di un paradigma etico.
Alessia Socolov: Condivido l’importanza del senso etico. Purtroppo non è diffuso ovunque e si trascende in atteggiamenti negativi.
Alberto Azzolini: l’incertezza sul profilo che avrà il futuro ci consegna oggi un grande stimolo. Per immaginare il futuro e la leadership del futuro servono spirito di servizio alla comunità oltre che intraprendenza, che mi augurerei si diffondano anche nella politica.