EDUCARE ALLA PACE
26 marzo 2013
00:00
Che parlare di pace sia di stretta attualità lo indica il Rotary, che ad essa ha dedicato l’annata rotariana internazionale. Alla pace s’era riferito Benedetto XVI, oggi Papa emerito, indicandola come tema del 2013. E si è aggiunto anche Papa Francesco, con la sua straordinaria naturalezza, a dire dal primo giorno che ‘la pace è servizio’. Ma parlare di pace è d’attualità anche perché non si taccia su ciò sta accadendo sul pianeta mentre un pezzo di mondo crede di vivere senza guerra.
Dal 1945 ad oggi se ne sono scatenate 225, alcune sono evidenti e condotte secondo vecchie abitudini. Altre sono più subdole, striscianti, capaci di minare la quotidianità quasi senza che ce ne accorgiamo.
L’educazione alla pace è stata al centro questa sera di una dotta relazione del Prof Natalino Valentini, con al suo fianco il Governatore del 2070 Franco Angotti e Paolo Pasini, l’incoming del nuovo Distretto che si andrà a formare dal 1° luglio. Grazie di cuore a Riccardo Contestabile per l’intuizione di invitare un personaggio così munito di argomenti per esporre il tema dell’educazione ad una condizione che l’uomo non riesce ancora a ritenere per lui naturale.
Natalino Valentini, marchigiano di nascita e ormai di casa a Rimini si è laureato in Filosofia all’Università di Bologna e successivamente ha svolto gli studi teologici presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Università di Urbino. Dal 2006 è Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della diocesi di Rimini (istituzione accademica collegata alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna di Bologna).
“Parlare di pace ed educare ad essa non è fuori dal tempo perché nonostante guerre invasive che nel mondo vengono combattute, nell’ultimo decennio in particolare stiamo assistendo ad un allentamento del livello educativo. Eppure, come ebbe a dire Padre Balducci, l’uomo della guerra è l’uomo della preistoria, quello che non riesce a risolvere altrimenti i conflitti”.
Il Prof. Valentini ci ha quindi condotti ad un viaggio nel tempo, cercando di evidenziare quale fosse l’affronto del tema della pace. La pace in senso biblico, intanto, quella che individua la minaccia sull’umanità non tanto nella guerra ma nella perdita del senso di Dio. E infatti, come recitano le beatitudini dal Vangelo secondo Matteo…. “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”.
Per arrivare al primo millennio nella storia dell’Occidente, spesso vittima della teoria della ‘guerra giusta’. Qui Valentini ha citato la posizione critica di Erasmo da Rotterdam, che ripudiava la guerra come strumento di conversione, affermando che la guerra è dissennatezza pura, la causa di tutti i mali. La pace invece è fonte di tutti i beni ed Erasmo si appella al modello di vita di Cristo "principe della pace". Erasmo ha sempre ricordato come tutto l’insegnamento di Cristo si riduca ad un messaggio di "pazienza" e di amore, tutta la sua vita non parla che di mansuetudine. Erasmo incolpa principalmente la cultura: la filosofia di Aristotele, la retorica, la poesia nonché la giurisprudenza pagana con il diritto romano hanno inquinato le sacre scritture e il Vangelo e hanno addirittura introdotto nel linguaggio cristiano il concetto di guerra giusta.
La sVolta della coscienza cristiana, ha detto Valentini, parte con Benedetto XV, il cosiddetto 'Papa sconosciuto', che all’inizio del ‘900 (fu definito anche il Papa della Prima Guerra Mondiale) si adoperò per la restaurazione cristiana della pace.
Il Papa ligure tentò di restare al disopra delle parti in conflitto, e avanzò diverse proposte di pace oltre ai numerosi appelli alla coscienza dei governanti, alcuni dei quali con toni apocalittici. Una nuova educazione alla pace proseguì con Pio XII e Giovanni XXIII, e anche col Concilio tutto all’insegna della inutilità della guerra e degli armamenti.
Un sunto lo si può trarre dalle parole di Giovanni Paolo II: “La portata dell’orrore della guerra è inaccettabile che sia considerato come strumento di ricomposizione. Non ci dovrebbe essere posto per la guerra nell’uomo che guarda al futuro”.
E’ la pace da cercare nello sguardo dell’altro. La categoria dell’altro diventa dominante. Il rispetto dell’alterità caccia l’io dal trono per far posto all’altro.
“Guai a considerare la pace quale bene acquisito – ha concluso Valentini prima di consegnarsi alle domande del folto pubblico – piuttosto incitiamoci l’un l’altro a svolgere un ruolo di tessitura, di educazione alla pace”.
La serata s’è conclusa con il ‘buon viaggio’ a Siria, giovane sedicenne che grazie al Club andrà negli Stati Uniti per un anno a studiare, nell’ambito del progetto ‘scambio giovani’.