La travagliata vicenda di due preziose ancore, prima perdute o intenzionalmente abbandonate poi recuperate da un motopeschereccio della flottiglia di Rimini nel 2010 e infine salvate dalla demolizione l'anno seguente, quando sono approdate a Cattolica, trova il suo felice esito all'interno del Museo della Regina a seguito del restauro promosso dal Rotary Club Rimini Riviera e dal Rotary Club Riccione Cattolica, il cui impegno ha consentito di riportarle alla loro originaria integrità grazie appunto al restauro filologico realizzato da Ana Hilar e da Cristina Leoni, supervisionate dalle competenze tecniche e scientifiche della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna e soprattutto di Stefano Medas, cui si deve il progetto e l'idea.
Si tratta di un'ancora Ammiragliato "vecchio tipo" probabilmente del XVIII secolo, che va a fare da pendant a un'altra simile già presente in Museo, e di un'ancora Trotman, tipologia brevettata nel 1852 e rimasta in uso fino agli inizi del '900.
Questi due "ferri", ora restituiti al loro splendore, vengono a rimarcare quella che è l'anima del Museo della Regina, un'anima fatta di marineria, di cui l'ancora è forse l'emblema più evocativo, e di archeologia, in quanto questi "pezzi" raccontano una storia, seppur a tratti difficile da leggere, che parla di rotte, di traffici e di scambi che hanno solcato l'Adriatico."