CRONACHE MALATESTIANE: LA SIT COM DEL DIVORZIO IN ITALIA. OVVERO, COME VENNE FREGATA LA SIGNORA TERESA
27 maggio 2014
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Gli organi d’informazione hanno “celebrato” in questi giorni i quarant’anni dal referendum sul divorzio. Nel contempo è attesa, tra pochi giorni l’approvazione della proposta di legge bipartisan (Moretti , PD e D’Alessandro, FI) che prevede la riduzione, da tre a un solo anno, del tempo di separazione necessario ad ottenere la pronuncia di cessazione degli effetti civili del matrimonio. Né stampa, né TV, almeno a quanto mi risulta, hanno, per l’occasione, illustrato il processo evolutivo (o involutivo secondo i punti di vista) attraverso il quale, ottenuta anche questa separazione lampo, il divorzio italiano si presenterà definitivamente come uno di più aperti e permissivi del pianeta. Ma come è potuto accadere tutto ciò, nonostante l’incombente presenza in Italia di una ferratissima Democrazia Cristiana e di una potente Chiesa Cattolica?
Beh, in fondo, si è trattato di una vera e propria “sceneggiata” con colpo di scena finale. Per cui ho pensato bene di chiarirvi la situazione ricorrendo alla tecnica delle sit-com.
Scena I. Si svolge all'interno di uno studio legale subito dopo l'entrata in vigore (1 dicembre 1970) della Legge Fortuna Baslini. Una signora, che chiameremo Teresa, torcendosi angosciosamente le mani e agitandosi sulla poltroncina, sta interpellando l’Avvocato che l'ascolta, compunto, seduto dietro una scrivania di mogano, sulla quale campeggia, ben visibile dal pubblico, un enorme Codice Civile.
Signora Teresa: -...E dunque mio marito visto che è arrivata questa maledetta legge, ha deciso di lasciarmi! Mi aiuti, Avvocato! Io lo amo ancora, abbiamo due bambini, sono una casalinga! Non voglio divorziare! Si fa peccato!
L'Avvocato: - Signora, si calmi. Tanto per cominciare quella legge stabilisce che la cessazione degli effetti civili del matrimonio può essere pronunciata solo decorsi tre anni da una pronuncia di separazione per colpa…
-Ma quale colpa? Io non sono colpevole di nulla!
- Vediamo un po'. Ecco qua. (apre il codice civile) L’articolo 151 stabilisce che la separazione può essere chiesta per causa di adulterio...
-Scherziamo? Neppure col pensiero! Vado in chiesa tutte le mattine, faccio la Santa Comunione!
-...Per volontario abbandono…
-Non mi allontano da casa neanche per andare dalla mia mamma!
-Per sevizie...minaccie...Ingiurie gravi...
-Mai! Mai! E' lui, se mai che ogni tanto mi mena...e me ne dice di tutti i colori! Io non ho aperto bocca neppure quando mi ha messo le corna con la lattaia...Ho fatto finta di non sapere, come mi ha suggerito il parroco dove ogni tanto mi vado a sfogare! Bisogna sempre salvarlo il matrimonio. E' una cosa sacra!
-E allora, cara Signora, lei non ha nulla da temere. Se le cose stanno così, suo marito non potrà mai ottenere una separazione contro la sua volontà. E, di conseguenza, neppure il divorzio…
Scena II. Una qualsiasi Piazza d'Italia qualche giorno prima della data (12-13 maggio 1974) fissata per il voto sul referendum inteso ad abrogare la Legge sul divorzio. E' in corso un comizio, tenuto, sul palco sito al centro della suddetta Piazza, da un parlamentare del Partito Liberale.
-...Vi ho dunque dimostrato cari amici, che la legge Fortuna-Baslini, (un socialista e un liberale!) questa civilissima legge che la Chiesa vorrebbe eliminare dal nostro ordinamento, ebbe l’approvazione o l’astensione della stessa D.C. E ciò in base alla considerazione che il divorzio può essere richiesto da uno dei coniugi soltanto in presenza di fatti gravissimi commessi dall'altro, così come elencati nell'art. 151 del Codice Civile! Si tratta dunque di una legge che tutela soprattutto la morale delle Famiglie! Di una legge per cui la cessazione degli effetti civili del matrimonio non potrà mai essere richiesta nei confronti di un coniuge incolpevole e contro la sua volontà di buon cattolico! Vi invito pertanto a optare civilmente, consapevolmente e serenamente, anche se di fede democristiana, per il No all’abrogazione !
Scena III..
Si svolge nello stesso Studio Legale e con i medesimi personaggi di cui alla Scena I, qualche mese dopo la Riforma del Diritto di Famiglia ( Legge 19.05.1975)
Signora Teresa: - ...E dunque mio marito ne è andato da casa dopo quindici anni di matrimonio! Con una ragazza, poi, che potrebbe essere sua figlia! Senza che io gli abbia fatto niente! E, prima di andarsene mi ha fatto notificare pure la citazione in giudizio per la separazione ! Roba da matti! Perché io ho ragione da vendere! La colpa è tutta sua! E quindi il mio matrimonio non si tocca!
L'Avvocato:-Purtroppo si sbaglia signora. Con la nuova formulazione dell’art. 151 del codice civile per ottenere la separazione basta dimostrare che esistono fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza anche ove quei fatti siano stati determinati dal comportamento del coniuge che quella separazione invoca. Insomma suo marito, andando a vivere con quella ragazza, ha creato lui stesso i presupposti per ottenere dal Tribunale, prima la separazione e poi il divorzio! Noi comunque potremo sempre ottenere che, oltre agli alimenti, venga condannato a corrisponderle un congruo assegno mensile a carattere risarcitorio…Quanto guadagna suo marito?
Signora Teresa: Fa l’operaio …(sviene)
Giuliano Bonizzato