CRONACHE MALATESTIANE: IL VESCOVO SPARA A ZERO. MA IL SEME DELLA SPERANZA ESISTE
22 ottobre 2012
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Il Vescovo, per San Gaudenzo, spara a zero sui politici e sulle loro iniziative turistiche più o meno trasgressive. E loro come si sono difesi? Basta leggere le cronache locali del giorno dopo: “Sono d’accordo”. “Parole sante” “Sottoscrivo pienamente” “Da tempo diciamo le stesse cose”. In sostanza: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Con la riserva, naturalmente, del “perseverare diabolicum”. Perché Vescovo o non Vescovo, la Notte Rosa della prossima estate è già stata programmata e così la Molo Street Parade. Resta in forse la “Nove Bar” che già prima delle reprimende vescovili si trovava nell’occhio del ciclone, dal momento che il solo suo titolo rendeva evidente il programma. Trovo infatti alquanto umoristiche, dopo il “Prima che sia troppo tardi” di Monsignor Lambiasi, le giustificazioni addotte da uno degli organizzatori della pedalata alcolica, il quale ha coraggiosamente sostenuto “trattarsi di una festa goliardica per giovani dove lo scopo non è quello ubriacarsi”. Giustificazioni che avrebbero potuto reggere solo a patto che i bar da visitare fossero stati due o tre, opportunamente distanziati, e la pedalata si fosse tenuta sulla distanza di cinquanta chilometri. Giacché, in tal caso, due o tre drink possono senz’altro essere smaltiti in quanto usati come carburante, sia pur scadente rispetto a una sana tavoletta di cioccolata. Ma nove bicchierini, uno dietro l’altro in pochi metri. Dai ! Um fa sciupé de rid!
A me, dell’intervento pastorale di Lambiasi, ha particolarmente colpito la frase: “Dobbiamo gettare semi di speranza nei solchi della vita”. Considerazione che, ovviamente, va posta in contrapposizione alla “trasgressione selvaggia” alla “cultura dell’eccesso” e ai “concerti incubatori del rischio”, richiami che non potevano che riferirsi agli eventi di cui sopra.
Bene. Concerti, invece, che hanno gettato semi di speranza nella vita dei giovani si sono tenuti in Piazzale Fellini, accanto al Grand Hotel, dove per dieci estati, sul grande Palco allestito dal Comune, in una Rimini divenuta la New Orleans d’Europa, migliaia di persone hanno potuto assistere, gratuitamente, alle esibizioni (anche per otto indimenticabili serate consecutive!) delle più grandi “band” del Jazz Tradizionale Dixieland e Swing. Il seme? Guarda caso, ne ho fornito un esempio nella mia ultima Cronaca. Tre giovanissimi allievi della Scuola di Musica del Corpo bandistico di Mondaino, che sino a quel momento avevano avuto in testa soltanto il Rock, si fermano ad ascoltare, per la prima volta, nell’estate del 2007, quella musica che, soprattutto dal vivo, sa trasmettere la più pura gioia di vivere. E’ l’illuminazione sulla Via di Damasco. Ne parlano entusiasti con il loro Maestro, di poco più anziano di loro, diplomato al Conservatorio, lo contagiano al punto di spingere anche lui verso quel mitico Palco a due passi dal mare e nasce la più giovane Orchestra di Jazz classico d’Europa che ora, con i suoi quattordici piccoli musicisti, miete successi ovunque. Il contrabbassista, un vero fenomeno,ha soltanto undici anni.
E il Festival? Confinato, già da due anni (per mancanza di fondi, a stagione conclusa e per poche serate) in un piccolo Teatro. Là dove mai quel seme potrà sollevarsi, sulle ali del vento, fino a raggiungere la sana, seria gioventù di un piccolo grande paese del nostro entroterra. Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, Associazione Albergatori. Pensateci su.