CRONACA MALATESTIANA: FRECCE TRICOLORI, ELICOTTERI E WILLY

15 settembre 2012   00:00  

Il Flyng Days Show di sabato 8 e Domenica 9 Settembre è stato veramente spettacolare e appassionante, con una partecipazione di spettatori -giunti da ogni parte d’Italia - al di là di ogni previsione. Finalmente questa manifestazione è tornata a Rimini dove le Frecce Tricolori mancavano dal 1997. E speriamo che ci resti, a Rimini, anche se qualcuno, visto l’enorme successo, pensa già di portarcela via. Ma, come si diceva una volta, “No pasàran!”
Pensate un po’. Hanno fatto tutto i privati. Il Comune non ci ha messo una lira. Dopo il motore immobiliare il motore aeronautico. Fatto di giornate d’incontro al Palacongressi e al Grand Hotel tra chi si occupa di tecnologia del settore, di prototipi e perfino di architettura degli aeroporti. Business is business! Sia il benvenuto!
Bene. Al di la della solita smagliante prova delle nostre Frecce, i cui piloti (lo sapevate?) si avvicendano continuamente a riprova dell’altissimo grado di addestramento cui tutti sono soggetti, chi ama l’Aeronautica ha avuto modo di ammirare, assieme ad aerei da caccia e da trasporto di ultimissima generazione, e alle loro evoluzioni di alta acrobazia, un vero gioiello, l’elicottero HH3F anfibio, utilizzato per operazioni di soccorso e di sicurezza in genere. Il quale, dopo aver eseguito manovre incredibili per un bestione del genere, ha infine simulato una operazione di salvataggio in mare. E’ a questo punto che mi sono ricordato di Willy. Beh, devo prima fare una premessa. Per un nuotatore d’altura i cosiddetti “ punti di riferimento” sono essenziali. Costeggiare un promontorio, raggiungere una isoletta, avvicinare una nave ancorata al largo, insomma nulla a che vedere con coloro che sbracciano al chiuso di una piscina avanti e indrè, ingoiando cloro e hanno come punto di riferimento il bordo opposto della vasca. Beh, ragazzi, qui a Rimini, in quanto a mete da raggiungere, siamo messi male, anzi malissimo. Una volta c’era  il trampolino. Situato abbastanza  lontano dalla spiaggia, era il punto d’ incontro gioioso e sano tra giovani nuotatori e nuotatrici, pieni di allegria e di gioia di vivere… e mi fermo qui perché mi sta venendo già il magone. Furono aboliti nel 1969 dalle competenti Autorità, che a partire da quel momento, decisero che il mare di Rimini doveva diventare sempre meno divertente (via anche gli zatteroni, le altalene, i surf, le moto d’acqua…) I poveri nuotatori riminesi cercarono allora altri punti di riferimento: le boe, la punta del molo e perfino, negli anni 89-90 (udite,udite) le barriere antimucillagine. Beh, per farla corta. Quel giorno dell’estate 1987 non mi parve vero, di raggiungere a nuoto l’elicottero che era apparso, al largo, immobile o quasi, a pochi metri sopra il livello del mare. Ero anche curioso di capire a quale tipo di esercitazione si stesse dedicando. Mi aspettavo, da un momento all’altro di veder calare una scaletta, una fune… Macchè. Il bestione, che, giunto sul posto, appurai essere dell’aeronautica militare, continuava a starsene lì, a quindici metri di altezza, mentre l’equipaggio a bordo agitava le mani verso di me. Risposi entusiasticamente ai saluti e, senza naturalmente farmi troppo sotto, sostai qualche minuto in attesa della presumibile esercitazione. Niente. L’equipaggio continuava a sbracciarsi. Lusingato da tanta gentilezza, salutai nuovamente anch’io e, considerato che non c’era nient’altro da vedere, intrapresi la strada del ritorno. Giunto davanti al mio “bagno”, mi venne incontro Luisa, agitatissima. Il Publiphono, aveva dato notizia (pochi minuti dopo la mia partenza) che un elicottero militare stava seguendo le tracce di Willy. Già. Questo era il soprannome dato dalla stampa a un gigantesco esemplare di squalo bianco che, penetrato non si sa come nel Mediterraneo, aveva cominciato a gironzolare anche davanti alla costa riminese e, qualche giorno prima, a Pesaro, aveva portato via, a morsi, la poppa di una barca. Fu così che mi resi conto che i cenni rivoltimi dall’equipaggio dell’elicottero non erano di saluto…
A proposito. In una mia cronaca del 1989 , “L’A.P.T. e lo squalo” (raccolta in Cronache Malatestiane 1982/89, Glauco Cosmi Editore) scrivevo: “ Dopo la tragedia di Piombino (dove, nel febbraio di quell’anno, un sub era stato fatto a pezzi a un miglio marino dalla costa n.d.r.) tutti sanno ormai che gli squali (ed in particolare il carchorodon carcharias o squalo bianco) battono i mari ricchi di banchi di pesce di cui si nutrono. Dobbiamo evidenziare, nelle nostre iniziative promozionali, che a Rimini, per fortuna, abbiamo l’alga che, togliendo l’ossigeno, non lascia sopravvivere neanche le poveracce. Logica conseguenza: cari turisti che volete ci venga mai a fare da noi il charcarodon carcharias? La dieta Mediterranea?”
Subito dopo arrivò anche la mucillagine. E di squali bianchi assassini non si sentì più parlare.
 
Gibo Bonizzato

MULTI-ROTARY - Distretto 2072