CONOSCERE IL TERREMOTO, PRIMA MOSSA PER COMBATTERLO

01 febbraio 2017   00:00  

Serata antisismica al Club. A tema i terremoti, le zone più esposte e le iniziative di prevenzione. Relatore Marco Manfroni, Socio del Rimini Riviera e presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Rimini, nonché riconosciuto esperto sulla materia specifica.

Supportato da cartine e grafici per leggere il passato e capire se in qualche modo sia indicativo di qualcosa per il futuro, Marco ci ha ‘rassicurato’ su una questione di fondo: il terremoto non è né prevedibile e nemmeno evitabile.

Si possono ricostruire serie storiche per dire con ragionevole certezza che solo dagli ultimi 50-70 anni possiamo seriamente classificare quanto accaduto.

Ne esce una mappa che posiziona le zone più a rischio laddove ben sappiamo: la dorsale appenninica innanzitutto. E anche la misurazione della magnitudo (l’energia emanata dal movimento delle faglie) è preventivabile con discreta sicurezza. Fino a prova contraria.

Partiamo quindi dall’abc per ogni territorio: quale entità di terremoto è presumibile attendersi? E con quale patrimonio immobiliare siamo in grado di contrastarlo?

L’energia sismica è misurata dalla magnitudo: la scala Richter definisce l’entità dell’energia sprigionata; la scala Mercalli l’entità dei danni prodotti.

Un terremoto di magnitudo 9 in pieno deserto rappresenta zero per la scala Mercalli. Il massimo del danno sarà un po’ di spavento per i cammelli.

Sul nostro territorio ci sono stati eventi sismici. Si ricorda spesso, un po’ per esorcizzarlo, quello del 1916, anche perché la media con la quale si verificano appare vicina al secolo. Già, ma quanto furono intensi è demandato al racconto, non alla misura. E certo la robustezza degli immobili è relativa al tempo. Ma, ad esempio, fra il 1300 e il 1500 non ci sono tracce di terra tremante. Possibile che non ce ne siano stati?

Da qui l’approssimazione di tale riferimento. Anche se non ci rassicura del tutto. Siamo insomma una zona sismica, al contrario ad esempio della Sardegna che è fuori pericolo.

Se vogliamo essere scientifici, la mappa di riferimento è quella dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Con qualche interrogativo: la pianura padana sembrava praticamente al sicuro, finché in Emilia non si scatenò il sisma che ben ricordiamo.

Rimini è stata classificata zona sismica fino al 1939, poi ‘ottenne’ di uscirne, con giubilo della politica del tempo che si lodò di tale risultatone.

Fino al 1983, quanto Rimini è rientrata nella mappa a rischio, tutto quel che s’è costruito… non ha osservato le norme antisismiche.

L’energia che si sprigiona dallo stridere delle faglie può essere di doppio effetto: un colpo forte e dannoso, oppure una serie di aggiustamenti, il cosiddetto sciame sismico che in zona ricordiamo frequente nell’alto Savio.

Torniamo a Rimini: la storia ci dice che può arrivare una scossa anche del 5.9 della scala Richter. Terremoti simili ce ne sono cinque al giorno in giro per il mondo e non ne abbiamo praticamente notizia.

Dipende qual è l’opposizione degli immobili.

Marco Manfroni ci ha mostrato un filmato incredibile, girato in un appartamento di Tokyo mentre un terremoto ‘forza 9’ era in corso. Non è caduto un cornicione, solo tante suppellettili.

A corredo, foto e disegni per rappresentare il modo con qui un Paese costretto a convivere col terremoto interviene in maniera preventiva e con evidente successo. Certo, l’estetica di immobili resistenti al sisma non è il top.

E comunque un dato certo: i terremoti non producono in quanto tali danni alle persone, sono le opere dell’uomo a farne. Con una doppia visione: c’è il danno alla casa, c’è il danno su scala urbana. Una casa che crolla provoca danni, ma anche un ponte che crolla provoca disagi enormi, sia per i soccorsi che per il futuro di una città. Per questo ha senso intervenire su immobile e strutture.

L’Italia punta forte sulla soluzione dell’emergenza. Sembra siamo fra i più bravi al mondo, destiniamo alla Protezione Civile 360 milioni l’anno.

Infine la domanda delle domande: ma se a Rimini arriva un terremoto 5.9, il nostro patrimonio immobiliare come si oppone? Beh, per saperlo bisognava esserci.

 

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