CONDOTTE SOTTOMARINE E NUOTATORI D’ALTURA

26 maggio 2012   00:00  

Si torna a parlare della condotta sottomarina che dovrebbe convogliare  i liquami dello sfioratore dell’Ausa a 800 metri dalla costa. Lo chiedono a gran voce una ventina di bagnini stanchi di essere insultati dai loro clienti ogni qualvolta scoppia un temporale e che  hanno perfettamente ragione quando affermano che la predetta tubazione  è prevista dal Piano Generale del Sistema Fognario.
L’idea del tubo che allontana la cacca deve però essere ancora verificata sotto diversi profili.
Hera, ad esempio vuole studiare l’”impatto ambientale” il che, in parole povere, significa accertare, attraverso un approfondito esame tecnico-scientifico, se i  liquami, una volta scaricati lontano dagli occhi e dalle nari dei bagnanti, non se ne ritornino,quatti quatti nella “zona balneabile” col favor dei venti  e delle correnti.
Per quanto riguarda invece Palazzo Garampi  ho  l’impressione che stia valutando la faccenda soprattutto sotto il profilo costi-benefici. Costi: 25 milioni di euro, tanto per cominciare. Benefici? Tra le righe mi par di capire che si punti molto sulle altre soluzioni prospettate dal Piano di Risanamento Igienico Sanitario, soprattutto per quanto riguarda gli impianti idrovori,  le vasche di prima pioggia e il potenziamento dei collettori. Recentemente il Sindaco Gnassi ha tenuto a sottolineare che il timor panico escrementizio e il terrorismo scatologico (vedi le recenti false notizie apparse su Facebook) deve essere combattuto attraverso una corretta informazione sul nostro mare (“il più controllato d’Italia e di qualità eccellente e certificata) osservando  che l’anno scorso (che pure fu quello delle grandi piogge) “su centocinquanta giorni di balneazione gli scarichi sono stati aperti sette volte e l’accesso al mare è stato interdetto solo  per tratti limitati.”  Se ne dovrebbe logicamente dedurre che i nostri ospiti, anche nella peggiore delle situazioni merdeologiche*, avrebbero comunque a disposizione, durante la stagione estiva la bellezza di centoquarantatre giorni balneabili. Magari io mi terrei un po’ più basso. Non di molto. Un pochino. Infatti in situazioni di bonaccia e scirocco, esterichie, streptococchi, salmonelle e altri germi patogeni, trasportati nella fascia d’acqua dolce del depuratore, potrebbero sopravvivere diverse ore in più che nell’acqua salata… Un altro buon motivo, tra i tanti, per sottrarre al mare i reflui depurati   trasportandoli  finalmente a fertilizzare i campi. Detto questo, per tornare alla faccenda del tubo portacacca sottomarino,  mi permetto di   esporre il  punto di vista di un centinaio di nuotatori d’altura di Marina centro( gente per lo più di mezza età, dallo stomaco dilatato e pettorali depressi, con il culto della bracciata lenta e meditativa) i quali sanno da una vita  ciò che ora viene finalmente spiegato ai turisti coi maxicartelli. E cioè che, dopo un temporale, conviene attendere dalle 24 ore (se c’è  mare mosso) alle 48 (se invece è calmo)  prima di puntare decisi verso le coste dalmate. Ebbene- si domandano quei prodi- cosa succederà se entrerà in funzione  la famosa super- condotta? Non è che giunti a un chilometro dalla riva ci ritroveremo a nuotare, senza preavviso, in mezzo a miliardi di amici di Ricky, Cocky e Salmonella, trasportati qua e la dalle correnti?   Insomma, prima sapevamo quando e da dove veniva e potevamo darci una regolata… Dopo, forse, non ci capiremo più… un tubo!
 
 
*neologismo coniato dall’autore che associa il termine meteorologia ai liquami scaricati in mare (n.d.r.)
 

CRONACHE MALATESTIANE DI GIBO BONIZZATO

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