COME CI SI DIFENDE NEL TERZO MILLENNIO

28 maggio 2013   00:00  

Una serata all’insegno dell’orgoglio, quella di ieri sera al Club. Protagonisti due militari dell’Aeronautica, il Generale Roberto Nordio e il Colonnello Mauro Gabetta. L’orgoglio è quello, da italiani, di ascoltare dalla viva voce di due protagonisti di primo piano, parole che trasmettono professionalità, amore per il lavoro e piena consapevolezza del ruolo di servitori del popolo italiano.

 
La serata ha visto anche, in apertura, l’ingresso nel Club di un nuovo socio. Si chiama Massimiliano Marini, torinese di origine e riminese di adozione, medico alla chirurgia vascolare dell’Ospedale di Rimini. A lui il benvenuto del Club e certamente avremo modo di conoscerlo in maniera approfondita già da martedì prossimo.
 
Torniamo al tema svolto dai relatori. Generale Nordio: “Oggi è difficile concepire l’organizzazione della difesa pensando ad un attacco da un’altra nazione, non è più quel tempo. Diverso è difendere gli interessi vitali dello Stato in giro per il mondo. Questa è ora la nostra attività. Gli attacchi possono arrivare in tanti modi, l’11 settembre insegna. Così come sono svariati i luoghi da monitorare e nei quali intervenire a tutela anche della nostra sicurezza. Fondamentalmente agiamo per mettere a punto interventi di precisione, per acquisire informazioni che una volta elaborate diventano indicazioni per gli interventi, organizziamo la logistica conseguente. I fondi per farlo sono sempre meno. L’Aeronautica negli ultimi 20 anni ha dimezzato da 80.000 a 40.000 i suoi uomini, metà degli aeroporti sono stati chiusi. Ora il confronto internazionale, ma anche il nostro livello di sicurezza, passa per la qualità tecnologica che sappiamo mettere in campo. E su questo, l’Italia non ha nulla da invidiare agli altri Paesi. Al momento sono 25 le operazioni internazionali in corso, 5000 i militari italiani impiegati. Ma le operazioni internazionali non sono una scoperta recente, da oltre mezzo secolo vedono l’Italia in campo”.
 
Secondo intervento del Colonnello Gabetta, protagonista in ruoli di primo piano dell’intervento in Libia nel 2011: “E’ stata un’operazione complessa, che ha visto impegnati aerei con diverse funzioni: F16, Predator (aerei col pilotaggio da remoto) e Tornado.
Tutto è cominciato nel pomeriggio del 17 marzo, mentre in Italia si festeggiava il 150° dalla sua Unità. In totale sono state fatte 1900 sortite, il 7% del totale, con 7300 ore di volo. Abbiamo supportato con le nostre basi l’operatività di 11 nazioni. A Trapani, centro di coordinamento dell’attività hanno operato 300 voli cargo, 3000 le tonnellate di materiale smistato. Normalmente la base utilizza 6-7 metri cubi di carburante ogni giorno. In quel periodo la media è salita di cento volte”.
 
Dal generale Nordio una parentesi anche per i ‘famosi ‘F35’, l’aereo preso a simbolo nella campagna elettorale da chi combatte sprechi e costi militari.
“Conosco bene quel progetto. L’aereo è fantastico, tecnologicamente rivoluzionario, una grande innovazione che porta anche la nostra firma. Ho ascoltato troppe bugie, troppe strumentalizzazioni e per noi è impossibile contrapporci al fuoco mediatico. Di certo l’aereo in questione è una grande opportunità per l’Italia, un vero gioiello. E in tempi in cui spendiamo sempre meno per difenderci, a fronte di Paesi in ascesa che al contrario aumentano gli stanziamenti, detenere il sapere tecnologico diventa la nostra vera arma di difesa”.
 
La chiusura del Generale Nordio ha strappato convinti applausi:
“Siamo ad esempio in Afghanistan con un obiettivo propositivo. Non a fare la guerra, ma ad aiutare quel Paese ad essere autonomo, convivendo con clima, costumi e culture lontane da noi. La nostra è una attività di advisory, a contatto con tribù, signori della guerra, bande armate. Esprimiamo una qualità assoluta e riconosciuta, senza fare classifica, ma siamo bravi e ci promettiamo sempre di onorare l’Italia e di meritarci la fiducia della nostra gente. Siamo lì e in ogni luogo con obiettivi costruttivi, perché la cultura del nostro paese è questa”.

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