Più testimonianze che relazioni. Maurizio Focchi e Andrea Buscaroli hanno presentato Cittadinanza Onlus, associazione non profit per la cooperazione sanitaria, protagonista di progetti di riabilitazione psichiatrica e di intervento psicosociale per la salute mentale soprattutto a favore dei bambini che vivono in Paesi a basso reddito. Un’azione condotta spesso in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e generalmente coinvolgendo le realtà dei territori nei quali opera.
Cittadiinanza Onlus nasce nel 1999 e guardando agli ultimi si è accorta di quanto fossero ancor più dimenticate nei paesi poveri le persone, particolarmente i bambini, affetti da malattie mentali gravi.
“Cinque motivi di base – ha spiegato Focchi - animano la nostra opera: la salute mentale precaria genera povertà e di conseguenza riduce la possibilità di accesso alle cure; c’è carenza di risorse e quindi di professionisti specializzati in questa assistenza; il fenomeno genera discriminazione e quindi incrementa l’emarginazione; c’è una reale possibilità di cura a differenza di quanto spesso si pensa; è possibile aggregarsi a realtà dinamiche e creative come MGMH (Movement for Glogabl Mental Health).
Oltre a descrivere l’attività svolta in Serbia e in India, Maurizio Focchi ha presentato quanto Cittadinanza sta facendo in Kenia, a Nairobi, dove nell’immenso slum di Kibera vivono quasi un milione di persone in condizioni di estremo disagio. Ebbene, in quel luogo Cittadinanza fornisce un supporto di supervisione scientifica alla realizzazione di un servizio diurno per bambini con disturbi neurologici e neuropsichiatrici presso il Centro Paolo’s Home.
Nel marzo scorso Andrea Buscaroli si è recato in Kenia per portare il suo contributo umano e professionale al progetto di assistenza, affrontando emergenze sanitarie e psicologiche.
“E’ stato necessario cercarli questi bambini – ha detto – perlustrando le baracche mentre i grandi erano fuori di casa e ascoltando i pianti per individuarli dove erano stati nascosti”.
A conferma che pregiudizio, vergogna ed esclusione colpiscono anche nei paesi più poveri, dove la malattia mentale non ha una dimensione patologica ma è vissuta come debolezza o ancor peggio come una ‘punizione’ malvagia. Ne conseguono isolamento e abbandono.
E’ statisticamente provato che i disturbi mentali nei paesi più poveri colpiscono in misura doppia, non sono una priorità sanitaria poiché non sono immediatamente collegate alla sopravvivenza.
“Eppure – ha detto Maurizio Focchi – sottraggono anni di vita poiché trascorsi in una condizione di enorme svantaggio”.
Chi volesse documentarsi sull’attività di Cittadinanza Onlus: www.cittadinanza.org