Escono finalmente dalle cantine del Museo le copie in bronzo delle statue di Ottaviano Augusto e di Tiberio regalateci dall'imprenditore Roberto Valducci. La prima verrà posizionata vicino all’Anfiteatro Romano lato Via Roma. La seconda davanti alla Chiesa sconsacrata di S. Maria in Nives, già sede provinciale e ora trasformata in centro multimediale turistico per lanciare la Rimini Romana “caput viarum”, ovverosia centro di tutte le strade dell’Impero.
Andranno a far compagnia al Giulio Cesare in Piazza Tre Martiri donato dal Rotary, a dimostrazione che i regali dei privati si accettano, mentre quello del Duce è giusto che rimanga consegnato in Caserma.
E a proposito di Giulio Cesare, a pensarci bene, non ci meritavamo nulla di meglio di quella copia della copia per di più nascosta dietro una edicola, considerato che del monumento originale eravamo stati i becchini seppellendola ben due volte nel Parco Marecchia ai tempi in cui veniva demolito il Kursal e smembrata la Fontana dei Quattro Cavalli.
Prima sepoltura: Fossa dei Tubi nel capannone dei Vigili, per salvarla dal picconamento ideologico posbellico. Seconda sepoltura: a cielo aperto in mezzo alle bombe inesplose dove non lo sapeva nessuno e si sperava non fosse mai trovata.
Sia chiaro. Condivido in pieno le attuali iniziative imperiali del Comune. Meglio tardi che mai. E poi Rimini ha trovato il modo di superare brillantemente le remore, i tentennamenti, e …i seppellimenti del passato, grazie a quello che a prima vista potrebbe sembrare il modo più fasullo. Mi riferisco alla costante presenza nel corso di tutte le manifestazioni organizzate dal Senatus Populusque Romanus di Palazzo Garampi, della “Legio XIII Gemina” di Ariminum. Che è tutt’altro che un fenomeno folcloristico.
Trattasi, infatti, di una rispettabilissima Associazione Culturale i cui i membri, in gran parte laureati e appassionati di Storia classica, sono gli stessi Centurioni, Fanti, Cavalieri, Arcieri e Frombolieri che, nel corso del Festival del Mondo Antico e qualche giorno fa in Piazza Tre Martiri, abbiamo visto fornire efficienti dimostrazioni pratiche circa l’uso dell’equipaggiamento, le tecniche di combattimento e il tipo d’addestramento cui si era sottoposti arruolandosi tra le file di una legione gloriosa, particolarmente legata alla nostra città, essendo stata la prima a passare il Rubicone il 10 gennaio del 49 a.c. al comando di Giulio Cesare, al quale restò sempre fedelissima.
E dunque alla squillante domanda di Caio Giulio ai suoi prodi nella celebre allocuzione tenuta nel Foro di Ariminum, recentemente riproposta da un bravo attore:” Milites, ad omnia parati?” (Siete pronti a tutto?) rispondiamo convinti e unanimi: Parati sumus!
Cronaca Malatestiana di 'Gibo' Bonizzato.