BEI TIPI S’INCONTRANO IN TRENO…
Sto tornando da Bologna in treno. Una volta potevo parcheggiare a due passi dalla Corte d’Appello cavalcando le aiuole della circonvallazione. Ora non so più dove piazzare le quattro ruote. Garage e poi taxi? Allora tanto vale ferrovia e taxi. Stravaccato sui morbidi sedili, della “Freccia”, apro la borsa per estrarne “Odissea nello spazio “ di Arthur Clarke e ne fuoriesce anche un po’ del cordone dorato della toga. Il mio dirimpettaio, un quarantenne dalla faccia simpatica,che poi scoprirò essere un professore di Lettere, se ne accorge. -“Avvocato e amante della fantascienza, eh? -mi fa sorridendo.” –“Fin da ragazzino-rispondo” “Anch’io. Quel romanzo lo lessi quindici anni fa, quando uscì in libreria, dopo il film – “Già -osservo - infatti Clarke sviluppò quel libro di pari passo con la sceneggiatura che gli aveva affidato Kubrik e lo diede alle stampe qualche tempo dopo.- –“Verissimo . Però l’idea di Odissea nello Spazio nacque nel regista da un precedente famoso racconto dello scrittore, “ La Sentinella”, il monolite di cristallo rinvenuto dagli astronauti sulla luna che avrebbe dovuto avvertire gli alieni dei progressi tecnologici raggiunti dai terrestri…” Mi rendo subito conto di aver di fronte un vero intenditore… e…Alè! Partiamo subito in tromba a discutere sulla possibilità effettiva che la terra sia stata visitata in passato da civiltà aliene interessate a seguire da vicino, aiutandola, l’evoluzione dell’intelligenza umana . Facciamo a gara ad elencare i segni che parrebbero attestarne la presenza. Carte geografiche di 11.000 anni fa di straordinaria precisione identiche a quelle moderne,…Gigantesche linee geometricamente disposte in mezzo ai contrafforti peruviani delle Ande che danno chiaramente l’idea di un aeroporto…Incisioni rupestri rinvenute un po’ in tutto il mondo raffiguranti le medesime identiche figure di persone gigantesche in goffe tute e antenne sulla testa…Graffiti di navi spaziali che riproducono sbalorditivi particolari di strumentazione… -“ E poi c’è la Bibbia- dice il mio compagno di viaggio- dove il profeta Elia viene rapito in cielo da un oggetto volante misterioso. E dove un’altro profeta, Ezechiele descrive in tutti i particolari costruttivi –sia esterni che interni -il veicolo spaziale nel quale viene invitato dagli “angeli” ad entrare … E che dire di Sodoma e Gomorra ? Personalmente e per un mucchio di ragioni, mi sono convinto che la distruzione di quelle due città debba attribuirsi agli alieni! “. –“Accidenti -faccio io- ci avevo pensato anch’io quando lessi che la zona ha tuttora valori elevati di radioattività…Ma mi dica lei come c’è arrivato. La cosa mi interessa moltissimo in quanto non sono mai riuscito a conciliare il Dio paterno e compassionevole di Gesù col Geova Vendicatore dell’Antico Testamento!”
–Bene. Tanto per cominciare i due “angeli” ospitati da Lot, vennero subito notati dalla popolazione per il loro bellissimo aspetto. E quando vennero assaliti dai Sodomiti, li fecero fuori -come si legge testualmente nel Libro- fulminandoli con micidiali raggi abbaglianti scaturiti dalle loro mani… E’ anche pacifico che la contemporanea distruzione delle due città sia stata preceduta da una sorta di “conto alla rovescia”, altrimenti non si spiegherebbe la fretta con la quale gli “angeli” sollecitarono Lot a fuggire a rifugiarsi tra i monti. E le pareti di roccia non sono forse l’ unica valida difesa dagli effetti di una esplosione nucleare? E che dire della moglie di Lot, che nonostante le raccomandazioni degli “angeli”, curiosa come tutte le donne, si voltò e cadde morta stecchita? E’ ciò che capita a chi fissa il “sole” atomico! E, per finire, come diceva lei, la zona è notevolmente radioattiva... Insomma , proseguendo nelle mie letture, mi convinsi sempre più che parecchio di ciò che, nella Bibbia, viene attribuito a Dio sia stata invece opera degli extraterrestri: selezione mirata a scopo eugenetico, inseminazione a distanza di donne terrestri in virtù di una avanzatissima tecnologia aliena… ”. Ma la “Freccia” è ormai arrivata alla Stazione di Rimini. Io scendo, il Professore prosegue. Ci salutiamo come vecchi amici dopo esserci scambiati gli indirizzi elettronici. Bei tipi si incontrano in treno! Un altro vantaggio per chi ha ormai deciso di usare la macchina soltanto durante le ferie…