Quaranta anni di congressi. Stefania Agostini, manager di IEG alla guida della divisione congressuale e fra i primissimi esperti del settore in Italia, ieri sera ha raccontato la storia di un segmento che in questi anni ha prodotto successo d’immagine e rappresenta anche un potente indotto economico sul territorio.
“Siamo considerati soggetto economico del comparto turistico – ha detto Stefania Agostini – ma in realtà ne usiamo solo i servizi. La nostra è più una industria del sapere. I congressisti frequentano gli appuntamenti per scambiare conoscenza, condividere informazioni, non per fare vacanza. E il territorio che li ospita ne viene arricchito, perché ogni incontro lascia una traccia”.
La traccia ha anche un peso economico: ogni euro del giro d’affari ne produce sei sul territorio a livello di indotto. Ad esempio, la recente Assemblea ANCI con la presenza del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio ha avuto una eco mediatica molto rilevante per il territorio, che abbiamo rilevato e tradotta in valore economico, di ben 4,5 milioni di euro.
“La storia nasce 40 anni fa, c’era necessità di spazi per le adunate dei sindacati e della politica e Rimini poteva disporre di stanze a buon prezzo, vicine fra loro e gli spazi della Fiera. Ci abbiamo creduto, è partito tutto da lì. Lungo la strada ci sono state persone – cito fra tutti Gerardo Filiberto Dasi – che hanno creduto in questa economia che portava sul territorio grandi personaggi. Poi è arrivato il Convention Bureau, che è stato lo strumento fondamentale per gareggiare nelle acquisizioni dei grandi congressi”.
Rimini è nell’elite della meeting industry nazionale, che vale 30 miliardi di euro. A livello di presenze il congressuale rappresenta il 14% ma la sua quota diventa primaria considerando il fatturato che è il 26%.
Rimini da 25 anni è fra le prime cinque destinazioni congressuali nazionali, la prima dopo le città metropolitane. Una strada lunga, cominciata da un elenco di 12 hotel annuali che ora salgono anche a 400 in concomitanza coi grandi eventi.
“Ora abbiamo in mano il nuovo Palas, una struttura fantastica e funzionale, che lavora 265-280 giorni l’anno. Puntiamo ad elevare la qualità dei congressi ospitati, a livello numerico ormai ci siamo, ci è capitato di ospitare anche 5 eventi in contemporanea. Il 60% del nostro mercato riguarda le imprese, il 40% l’associazionismo. Siamo sempre proiettati al futuro e stiamo lavorando per congressi anche nel 2026.
Il 2020 auspico sia un anno di svolta: abbiamo già in casa otto appuntamenti internazionali e q uello è il mercato a cui dobbiamo puntare. Per avere successo ci vuole un territorio organizzato, una città raggiungibile e fruibile, ma c’è la consapevolezza del valore di questo asset, che fra l’altro produce collateralmente innovazione nelle imprese e nelle strutture ricettive”.
La serata è stata utile anche a condividere la bella notizia che Rimini ha prevalso nella gara ad ospitare il raduno degli alpini nel 2020. Saranno 500mila le persone che arriveranno.