SATIRA? BYE BYE

19 marzo 2015   00:00  

Una volta era una gara dura. Ve lo posso assicurare per esperienza personale avendo collaborato ai tempi dell’Università, come disegnatore e corsivista, a un “fogliaccio” che edito a Rimini dal 1956 al 1962, costituì all’epoca un notevole esempio di coraggioso anticonformismo.

Basti ricordare che nel 1966 tre studenti milanesi, tra cui una ragazza, vennero inquisiti dalla Procura di Milano con la luce delle lampade sparata negli occhi come nei films polizieschi solo per aver pubblicato sulla “Zanzara”, periodico del Liceo Classico Parini, un’inchiesta tra la popolazione femminile della Scuola dal titolo “Cosa pensano le ragazze d’oggi?” in cui le interessate rispondevano a domande, abbastanza banali, sulla loro vita sessuale. Sembra fantastoria, eppure quelli erano i tempi delle forbici sulle pellicole cinematografiche che mostravano un seno nudo, delle condanne penali per un manifesto che affermava che “i dogmi sono una invenzione dei preti”, di un paese dove baciare castamente sulle labbra una ragazza per strada era considerato atto osceno in luogo pubblico. Un paese in cui il mio amato Guareschi, sol per aver pubblicato sul suo periodico umoristico “Candido” una vignetta dal titolo “I Corazzieri”, in cui il capo dello Stato veniva ritratto tra due file di bottiglie di “vino Nebiolo dei poderi Einaudi” schierate in guisa dei corazzieri del Quirinale, veniva condannato per vilipendio al Presidente della Repubblica a otto mesi di reclusione, tutti scontati assieme a quelli che si era beccato per aver offeso con uno scritto, che riteneva in buona fede suffragato da prove documentali, l’onorabilità dell’onorevole De Gasperi: totale: 409 giorni di galera. Da cui uscì distrutto. Contro questa onnipresente repressione politica e sessuale, si batteva con coraggio il nostro giornale che non per nulla, quando usciva, vendeva più copie del Resto del Carlino. Sfidare il conformismo, irridere certi luoghi comuni, scandalizzare i bacchettoni, darci dentro con gli assessori, il Sindaco, la Curia, le donnine allegre, ricorrendo alla metafora, al paradosso, alla parodia, per mantenerci in equilibrio sul filo del rasoio…Una bella scarica di adrenalina, non c’è che dire…E un gioco di intelligenza che vedeva come protagonista anche il lettore (allora assai più smaliziato) chiamato a “leggere tra le righe”.

 Ma oggi che gusto c’è? La satira per esistere deve nutrirsi di divieti e di repressioni. E oggi è stata ammazzata dal vuoto politico, dal permissivismo sessuale, dal menefreghismo religioso. Prendendone atto la Cassazione ha ormai legittimato qualsiasi tipo di espressione che possa rientrare nell’alveo ormai sconfinato del diritto di prendere per i fondelli i potenti, il costume la religione... Risultato? Settimanali come Tango, Il Male, Cuore hanno dovuto chiudere. I politici sono già talmente sputtanati che ormai è come sparare sulla Croce Rossa. Il vilipendio al Presidente della Repubblica esiste ormai solo sulla carta. Il comune senso del pudore tollera attualmente espressioni grafiche e verbali che un tempo avrebbero comportato il sequestro di una testata. La satira religiosa, quella che in Italia in generale, in Romagna in particolare, e a Rimini più di tutti, tirava parecchio, lascia ora completamente indifferenti. Una sentenza della Corte Costituzionale ha cancellato dal codice il reato di vilipendio alla religione, punito fino a un anno di reclusione. Rimane ora, per quanto riguarda il nuovo assetto della tutela penale in ambito religioso, la sola ipotesi incriminatrice dell’offesa a una qualsiasi confessione religiosa mediante vilipendio di chi la professa, che comunque viene punita con multe bagatellari (da euro 1000 a 5.000). Viene da morir dal ridere.

Rimane il vilipendio al Papa. Ma ormai ci si divertono soltanto i due Guzzanti strappando a malapena un sorrisetto al telespettatore annoiato. I pochi fascicoli aperti a tal proposito dalle Procure, hanno preso tutti la via dell’archivio. Questo per dire che da noi, sarebbe impensabile una satira che, in mancanza di interesse per la propria, prendesse di mira la religione di quelli che invece per questo s’incazzano tanto da mettersi a sparare. Come è successo in Francia. Siamo eredi dei Romani. E a Roma abbiamo il Pantheon che gli dei li rappresentava e onorava tutti. Tanto per nun sbajà.

 

Giuliano Bonizzato

 

 

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