DISPERIAMO CON FIDUCIA. RIFLESSIONI PER AFFRONTARE IL PRESENTE

12 maggio 2020   21:15  
Riunione n° 34/1862 - Online Link di accesso
Relatori Marcello Veneziani, giornalista, scrittore e filosofo

Intensa e densa di spunti. La serata in interclub coi Rotary Riccione-Cattolica e Pesaro Rossini ha proposto le riflessioni del filosofo Marcello Veneziani, entrato in rapporto con il socio Alessandro Bacci per introdurre con un saggio la riedizione dell’opera di Giovanni Gentile e sulla sua profonda riforma della scuola italiana, dal titolo ‘Genesi e struttura della società’. Un saggio introduttivo che delinea perfettamente la figura di Gentile.

Marcello Veneziani ha appena pubblicato un saggio profetico, dal titolo "Dispera bene. Manuale di consolazione e resistenza al declino" (Marsilio Nodi) uscito a gennaio, quindi scritto prima del virus. Da qui Veneziani è partito per esporre il suo pensiero.

"La mia è una riflessione sulla sfiducia che attraversa la nostra società, coi suoi punti fermi. Religione, politica, scienza, cultura sono assaliti da una sfiducia generale. Avvertivo questo prima del Covid, che ora ha accentuato tutto, con effetti devastanti.

Non è una lettura all’insegna del pessimismo, che rifiuto insieme all’ottimismo. Li ritengo infatti uno stato d’animo, non la realtà. Bisogna, per me, tentare di guardare con realismo ciò che ci circonda.

La nostra società dispera su tanti aspetti fondamentali, schiacciandosi sull’orizzonte elementare della vita di ciascuno. Per me la disperazione è invece il punto di partenza, perché credo serva chiedersi cosa poter fare in positivo.

L’attuale condizione ci ha imposto di fare i conti con aspetti fondamentali. Conservatori e progressisti vedono sfiorire i loro punti di riferimenti, compresa la sensazione di sfarinature di certezze. Oltre al fatto che non si possano cambiare le cose, come fossimo in un eterno presente. Questa per me è la disperazione, quando non c’è fiducia nel ‘meglio’.

Passato futuro ed eterno sono dimensioni che abbiamo perso, consegnandoci alla dittatura del presente. Viviamo solo per conservare la nostra vita. In questi giorni per salvare la nostra ‘nuda vita’ stiamo rinunciando a tutto ciò che la rende degna di essere vissuta. Per conservare la vita ne perdiamo le ragioni. Siamo dominati dall’autoconservazione, da una volontà di resistere biologicamente. Un attaccamento eccessivo che può portare all’imbarbarimento.

Ho provato ad immaginare dei percorsi di uscita da questa dimensione. In questi giorni per evadere ho immaginato di sedermi su un tappeto volante, per poi volare verso qualche altro mondo o epoca, o alla ricerca di luoghi. Cinema film, bastava che fosse una evasione.

Mi rifaccio alla sintesi profonda del pensiero di Dante: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza.

Viviamo in un momento nel quale si moltiplicano forme di controllo. Il libro manifesta una forte sfiducia della politica, che anche se tu non vuoi trattare, lei si occuperà comunque di te. La politica arriva ad intaccare tutto, ogni libertà, spesso limitandola.

Citando Epicuro, mi appello al quadrifarmaco per affrontare solitudine, vecchiaia, malattia e morte. Sono le nostre grandi bestie avversarie. Abbiamo i mezzi per differire, ma non per rielaborare un ragionamento verso queste condizioni. E’ un viaggio alla ricerca dell’utilità del pensiero.


MULTI-ROTARY - Distretto 2072