AL ROTARY, TU QUOQUE ARIMINUM

12 febbraio 2017   00:00  

La  serata di presentazione del mio “Tu quoque Ariminum” ha rappresentato davvero per me …il trionfo dell’amicizia.
Basti pensare che soltanto alle 18.00 di quel martedì mi è arrivata una telefonata  di Angelo Trezza, che con le sue letture  avrebbe dovuto essere la star della serata, con la quale mi comunicava di “essere praticamente muto” a causa di un processo infiammatorio alla laringe con conseguente totale afonia. Per un attore è come una condanna a morte! Era talmente avvilito che, nonostante la mia insistenza, non se l’è sentita di partecipare, neppure come spettatore, alla serata.
Lì per lì sono andato completamente in “tilt”. Poi mi sono ricordato che, per fortuna, ho tante persone che mi vogliono bene. Ed è così che ho subito telefonato all’amico Cesare chiedendogli di improvvisare assieme a me quel talk show che mi pare davvero ben riuscito nonostante non avessimo avuto neppure trenta secondi a disposizione per prepararci. Il bello della diretta!
La mia seconda telefonata è stata quella al giovane Maestro polistrumentista e Direttore d’Orchestra Michele Chiaretti, che ha da tempo con me un rapporto quasi filiale, avendo io sostenuto sin dall’inizio, assieme agli amici del jazz riminesi e attraverso le “Cronache Malatestiane”, la straordinaria ascesa della “M.Y.O.” (Mondaino Young Orchestra) da lui genialmente creata. Pensate che, come ho ricordato in “Tu quoque”, si tratta della  jazz band di casa nostra più giovane d’Europa (il più piccolo ha nove anni!) che ha prima vinto all’Umbria Jazz su 156 gruppi, poi sbaragliato i complessi di 19 paesi del Mondo al 15° festival Mondiale di Sanremo e infine si è classificata prima con decine di migliaia di voti nientemeno che al Conad Jazz Contest. Con Michele, (da me invitato personalmente alla presentazione del libro) avevo già studiato un “numeretto” che avrebbe dovuto precedere l’esibizione di Angelo. Una cosetta veloce che nessuno però avrebbe potuto aspettarsi. Accanto a Michele, in prima fila, si sarebbe dovuta sedere una bambina della “Myo” che, dopo un breve botta e risposta tra me e il suo Maestro, avrebbe tirato fuori un piccolo flauto dal quale avrebbe tratto la famosa marcetta felliniana  di Nino Rota …
Sapete già come è andata a finire! In meno di due ore Michele è riuscito a radunare ben 8 membri tra i 35 della sua Myo (convocandoli mentre ancora stavano cenando…)  improvvisando, anche lui sul tamburo, una esibizione davvero “straordinaria” nel senso letterale del termine!
E poi il pubblico. Ho sentito un grande calore provenire dai tanti amici che hanno partecipato alla serata.
Soprattutto quando come me si arriva a una certa età, ciò che veramente conta è sentire l’affetto delle persone che ti circondano.

Gibo Bonizzato
 

MULTI-ROTARY - Distretto 2072